Andando al di là di una fotografia, semplice fotocopia della “realtà”, o meglio, del visibile, leggere un’immagine è questione quasi sempre di cultura e sensibilità.
Ri-torna nel Nostro giornale, dopo un tempo significativo di lontananza, la cara Caterina Gerardi, con le sue splendide e significative fotografie. Una donna, Caterina, che dopo aver solcato le strade del successo, da un po’ di anni a questa parte coltiva e raccoglie i frutti della fama, quale risultato di una grande e costante dedizione alla sua passione, ma soprattutto alla sua voglia di comunicare e condividere …ragionare e riflettere sulle questioni-nodo del nostro tempo, attraverso la fotografia e la regia.
Una grande mostra fotografica di Henri Cartier-Bresson, Cina 1948-49/1958 al Mudec-Museo delle Culture di Milano fino al 22 luglio di quest’anno illustra in più di 100 scatti le vicende cruciali della storia cinese poco prima della vittoria di Mao sul Kuomintang di Chiang Kai-shek e un decennio dopo, nel corso della rivoluzione socialista che si misura con le difficoltà economiche e inaugura “il grande balzo in avanti”, una spinta a fare meglio, “a costruire un socialismo generoso, migliore, più veloce e più sobrio”. Cartier, che l’anno prima aveva fondato l’agenzia di fotogiornalismo Magnum Photos con gli amici Robert Capa e David Seymour, era stato inviato dalla rivista americana “Life” per riprendere gli ultimi giorni di Pechino, ormai in agonia e non più difesa convintamente dai nazionalisti. Partito per rimanere un paio di settimane, rimase poi più di 10 mesi fra le varie città cinesi, intento a seguire la marcia trionfale dell’esercito popolare e a documentare la vita semplice dei cinesi.
Nella rubrica dedicata alla fotografia, questa volta, Venti di Ponente apre le “sue porte” alle nuove leve. E così dopo Caterina Gerardi e Mauro Ragosta, storici fotografi salentini, ai quali si è aggiunto Francesco Congedo, per questa domenica si propone Chiara Marik, anch’essa salentina, di origini brindisine, che negli ultimi dieci anni ha dato un colpo robusto alla sua passione per la fotografia, attraverso un’accelerazione poderosa all’esperienza con la fotocamera, non solo partecipando a stage di particolare importanza, ma anche esponendo, sebbene non in maniera continuativa.
Ieri, 30 ottobre alle ore 19.30, si è aperta la due giorni del “Novello in Festa” a Leverano, cittadina a pochi chilometri da Lecce, che si concluderà oggi, domenica 31 Ottobre 2021. Così, finalmente dopo la forzata chiusura l’annuale e attesa kermesse d’autunno, giunta alla XXIII edizione, ha ripreso i festeggiamenti.
Apre una nuova serie di proposte fotografiche o di immagini, Mauro Ragosta, leccese e di origini leccesi. È oggi noto nel capoluogo salentino, e non solo, per la sua attività di scrittore, meno invece come fotografo, anche se la sua ”arte fotografica” risale ai primissimi anni ’80 e fu la sua prima attività “espressiva” …e lavorativa.
In questo mese accaldato Caterina Gerardi non poteva non proporre per Noi di Venti di Ponente qualcosa di fotografico che richiamasse alle asimmetrie del tempo, ovvero alla frescura, alla freschezza, al refrigerio ricercato e voluto, ma anche quali frangenti di meraviglia e stupore improvvisi, inattesi e inattendibili.
Il fotogramma inviato presso la nostra redazione ha per titolo “vado all’acqua”, ma dentro e dietro questa immagine v’è un universo, quello connesso all’ombra, l’altra faccia della medaglia, il riflesso dell’anima, la parte oscura dell’essere e dell’ente.
E così, la Nostra Gerardi invoglia a speculare oltre l’aspetto solare delle cose, quella marea di sorrisi vincenti nelle facce di Facebook, quelle labbra cremisi, turgide e accartocciate delle giovani donne nelle icone di Whatsapp, quelle supercar, che di super non hanno solamente il “car”, ma anche le loro ombre.
Insomma, in questa domenica rovente, la cara Gerardi, a parere di chi scrive, sembra ammonire l’osservatore dalle illusioni del Tempo e lo richiama ad una maggiore attenzione, soprattutto quando il sole incalza.
Rosanna Gobetti
Anche per questo mese Caterina Gerardi propone il suo contributo fotografico per Venti di Ponente. Si tratta di un’immagine nella quale racconta, a parere di chi scrive, di uno dei momenti di cui è composta un’esistenza, e ciò questa volta in forma puramente simbolica. Per l’osservatore più attento, Caterina sembra richiamarsi alla cultura classica, avvalendosi di mezzi e scenari poveri, quali piccoli tronchi di legno levigati dal tempo, una spiaggia e il mare, per lo più scuro e tenebroso. In lontananza, il cielo, che non sovrasta il quadro di riferimento, ma è posto in un al di là irraggiungibile.
Dopo una certa sosta, Venti di Ponente ha ripreso le sue attività, come al solito in parte giornalistiche stricto sensu, in parte culturali di ampio respiro. E se alcune penne e risorse intellettuali hanno abbandonato questo giovane giornale, altre se ne sono aggiunte, mentre altre ancora non hanno avuto esitazione ad attendere la ripresa del grande viaggio di questo quotidiano. Tra queste ultime ci ritroviamo io e Caterina Gerardi, che continuiamo a portare avanti questa rubrica sulla fotografia, avviata circa dieci mesi fa. Una rubrica peraltro molto seguita non solo in modo particolare a Lecce, ma anche a Milano e dintorni: è quanto dicono le rilevazioni statistiche del giornale.
Per questo fine settimana d’autunno inoltrato, peraltro molto benigno, mite, dalle giuste mestizie, la Nostra Caterina Gerardi propone una fotografia che impone una grande riflessione in linea con questo Tempo.
Questa settimana Caterina Gerardi propone ai lettori di Venti di Ponente ancora una fotografia, che può avere più chiavi di lettura, anzi più livelli di lettura, da quello più semplice, elementare a quello più evoluto e raffinato...sino a giungere ad essere tangere l’improbabile.
Questa settimana Caterina Gerardi propone ai lettori di Venti di Ponente una fotografia, che può avere più chiavi di lettura, anzi più livelli di lettura, da quello più semplice, elementare a quello più evoluto e raffinato...sino a giungere ad essere tangere l’improbabile. Uno scatto tratto dal suo volume Password del 1998 edito da Lupetti di Milano, che rientra in quella che è una raccolta documentaria sui tombini più significativi, sia sul piano storico sia su quello estetico.
Nella raffinata retorica della Gerardi, qui un anticlimax ricercato, voluto, somministrato con la grazia che la connota, rispetto al quale bisogna essere fotografi navigati e molto esperti per proporre….
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