Nella rubrica dedicata alla fotografia, questa volta, Venti di Ponente apre le “sue porte” alle nuove leve. E così dopo Caterina Gerardi e Mauro Ragosta, storici fotografi salentini, ai quali si è aggiunto Francesco Congedo, per questa domenica si propone Chiara Marik, anch’essa salentina, di origini brindisine, che negli ultimi dieci anni ha dato un colpo robusto alla sua passione per la fotografia, attraverso un’accelerazione poderosa all’esperienza con la fotocamera, non solo partecipando a stage di particolare importanza, ma anche esponendo, sebbene non in maniera continuativa.
Una vita fotografica, quella della Marik, mossa inizialmente da esigenze interiori e profonde, sicuramente esistenziali. Molta della produzione vede come soggetti preferiti quelli legati alla Natura strico sensu. E questo perché la Nostra utilizza l’attrezzo fotografico, per trarre delle radiografie della propria anima, che in forma metaforica si proietta in albe, tramonti, alberi in tutte le stagioni, fiori e mari senza limiti, sconfinati, privi di qualsiasi argine, dove in un ventaglio cromatico molto ampio, si dispiegano e privilegiano sovente i toni pastellati, ma nelle fotografie della Marik non si escludono, tuttavia, anche toni robusti e densi, con violenti contrasti a volte.
Le sue foto, nella quasi totalità della produzione fino a tre anni fa, si pongono quali icone della propria interiorità, del proprio sentire ctonio, e tutte intrise di slanci verso la pace e la serenità, gli equilibri e le armonie, non mancando spesso di annunziare i vari cicli della vita, delle stagioni, sino ad arrivare al giorno, fatto di luce e di tenebre.
E però, negli ultimi tempi, e nello specifico da tre anni, Chiara ha rivolto all’esterno il suo attrezzo fotografico e con sempre più frequenza sente l’esigenza di prendere appunti sulla grammatica del nostro ambiente sociale, quello Occidentale, con i suoi riti e le sue credenze, interfacciandone gli aspetti totemici con quelli più spiccatamente culturali. Qui infatti, per Venti di Ponente, propone uno scatto che sintetizza la nostra cultura, e nello specifico, ciò che si deve essere e ciò che si è, dove spesso lo zelo culturale supera i “doveri sociali”.
Uno scatto, quello della Nostra Marik, che ci lascia intravedere ulteriori acumi artistici e assieme intellettuali, intuitivi e capaci di dirci ancora e in maniera dolce chi noi siamo effettivamente. E tutto ciò senza scuotere le sensibilità, troppo spesso molto fragili. Proprio per questo, noi di Venti di Ponente auspichiamo una sua maggiore presenza sulle nostre pagine.
Rosanna Gobetti