Nel precedente appuntamento di questa Rubrica si sono messe in evidenza le principali dinamiche socio-economiche della provincia di Lecce a seguito della Grande Crisi del 2008-2009, ovvero un crescente numero di disoccupati e di laureati, uno spostamento della popolazione verso settori più evoluti del sistema di produzione e scambio.
Tra il 2008 e il 2012 lo sviluppo del Distretto Culturale Leccese cambia passo, registrando in pochi anni una crescita rapida e tumultuosa, caratterizzata non solo dall’ingresso di una moltitudine di operatori culturali, ma anche da una evidente riqualificazione delle prassi e delle pratiche culturali. Non che dalla metà degli anni ’90 sino a questo momento non si siano registrati sviluppi significativi, ma intorno al 2010 l’intero mondo culturale leccese registra un’accelerazione che non ha precedenti.
Il quadro tracciato nel precedente pezzo della Nostra rubrica “Il Distretto Culturale Leccese” ha sicuramente messo in evidenza le macrotendenze e alcune dinamiche, sui piani economico e demografico, sociale e cuturale structo sensu, dei primi anni del 2000 attinenti al Mondo Culturale di Lecce e provincia, risultando tuttavia una cornice non ancora completa per poter, alla fine di tutto, inquadrare i fatti specifici e puntuali, che più in là verranno presi in esame…
Come è emerso nelle precedenti parti di questa Rubrica di Venti di Ponente, dedicate alla narrazione della nascita e del percorso di sviluppo del Distretto Culturale Leccese, va subito precisato che sono state adottate alcune direttrici fondamentali, quali la trasformazione in provincia di Lecce del sottostante tessuto produttivo, lo sviluppo del sistema di formazione ed istruzione locale, la trasformazione e l’espansione dei contenitori culturali, alcune peculiarità della produzione letteraria.
E siamo così al terzo appuntamento della rubrica di Venti di Ponente dedicata al Distretto Culturale Leccese, che ha come obiettivo descrivere i processi sociali e culturali che nel corso degli ultimi trent’anni, ne hanno determinato l’attuale assetto.
Il Distretto Culturale Leccese quale fenomeno socio-economico e culturale massificato, di popolo, prende corpo qualche anno dopo la caduta del Muro di Berlino e con l’avvio della Seconda Repubblica. Fatti questi che sommati alla crisi economica del 1992 pongono le basi affinché il mitico mondo della cultura, degli intellettuali, del teatro e dello spettacolo in genere, scenda, per la prima volta nella storia dell’umanità, dall’empireo delle élite per propagarsi, diffondersi e riprodursi secondo schemi in parte propri, nelle fasce intermedie e poi basse della società.
Prende qui avvio la nuova rubrica di Venti di Ponente, ovvero Appunti per Storia del Distretto Culturale Leccese, che intende avviare una serie di riflessioni che avranno come obiettivo quello di tentare di ricostruire la storia recente del Distretto Culturale leccese, ovvero mettere in luce le vicende significative che hanno caratterizzato il mondo dell’arte, dello spettacolo e della cultura nella provincia di Lecce, portandolo a essere un fenomeno sociale ed economico di particolare rilievo anche in ambito nazionale. Sebbene in termini assoluti il Distretto Culturale leccese non possa essere paragonato a quello milanese, romano o napoletano, in termini relativi tuttavia non è azzardato ipotizzare, che spicchi nel panorama nazionale per portata, sotto i profili sociali ed economici. La popolazione coinvolta nel settore supera, secondo stime attendibili, il 30%. Per altro, in base alle ultime evidenze statistiche, il PIL ascrivibile al mondo dell’arte, dello spettacolo e della cultura in provincia di lecce, in una prospettiva pessimistica, supera il 7%, risultando così le sue attività prossime per spessore a quelle del mondo dell’edilizia e dell’industria in senso stretto, definendosi così come fenomeno di sicuro rilievo non solo a livello locale, ma pure in ambito italiano.
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