Arti Marziali: le premesse per una rubrica antica e moderna - di Gabriele Madaro

Arti Marziali: le premesse per una rubrica antica e moderna - di Gabriele Madaro

          L’obiettivo di questa rubrica è esplorare il mondo delle arti marziali, attraverso un’analisi, che varierà fra aspetti sociologici, psicologici ed antropologici, con propagini anche nel campo religioso. E tutto ciò considerando anche ed assieme come le arti marziali nel tempo siano state interpretate, descritte ed illustrate nella letteratura, nell’arte e nella musica.

          D’emblée va detto che se si dovessero interrogare i più disparati praticanti di arti marziali, che si esercitano anche a livello agonistico, sebbene appartenenti ciascuno a discipline e branche diverse e specifiche, circa i motivi che spingono a simili attività si avrebbero dagli stessi risposte tutte diverse, ma collegate in maniera inusitata da un file rouge. Si badi bene che la risposta di media che riceverete non vi lascerà particolarmente soddisfatti e non chiarisce direttamene l’interrogativo posto. Il perché, ad esempio, una persona debba sacrificare una quantità significativa della sua giornata, magari per scopi legati alla “sicurezza personale”, di certo appare molto approssimativa, blanda. Certo le aggressioni sono all’ordine del giorno, ma quale malintenzionato andrebbe a infastidire un giovanotto ben allenato ed in forze? E cosi troveremo anche il ragazzino vittima di bullismo, troveremo la donna stanca di doversi costantemente guardare in torno durante li spostamenti, troveremo il padre di famiglia che si concede un paio d’ore di stacco dopo il lavoro prima di ritornare dai suoi affetti più cari, come anche troveremo l’agonista che brama il gradino più alto del podio nella competizione successiva.

          Quale, dunque, è il fattore che accomuna queste persone, diverse fra loro, che le unisce e avvicina allo studio di un’arte marziale, che spinge a mettersi in situazione svantaggiose e ad allenare il corpo e la mente per superarle, infine?

          Eppure, calcando diversi TATAMI (l’insieme di materassine che costituiscono il campo di gioco dei lottatori) in giro per l ’Italia ci si può fare un’idea su quale possa essere la reale risposta al quesito iniziale, in tanto è nebuloso interloquire e discutere.

          Al riguardo va subito messo in luce che, Il combattimento nasce con l’Uomo. Sin dalle origini, infatti, fa parte della sua natura e del suo spirito di sopravvivenza senza il quale sarebbe morto. Anzi, le attività che impegnavano le giornate dei primi uomini erano poche e semplici: cacciare e coltivare per il proprio sostentamento fisico. Peraltro, senza combattere non sarebbe stato possibile per lui procurarsi abbastanza cibo, senza combattere non avrebbe potuto uscire dalla “confort zone”, rappresentata dal suo piccolo nucleo, tantomeno avrebbe potuto aspirare ad allargarlo o a proteggerlo in caso di attacco. È proprio questo uno dei fattori rilevanti all’origine delle arti marziali come le conosciamo adesso, ovvero la necessità di proteggere e proteggersi. Proteggere il proprio nucleo, se stessi, arrivando perfino all’attacco, ad esempio, per guadagnare un appezzamento di terra migliore.

          Ma le arti marziali sottengono anche a necessità spirituali dell’Uomo, di ieri e fino a poco tempo fa, a tal punto che sia la caccia sia la guerra attengono, come si avrà modo di illustrare, a precisi ordini rituali.

          Diverse le pitture rupestri sia del paleolitico che del neolitico, che presentano oltre a scene di caccia e resoconti sul raccolto, anche scenari di guerra fra più villaggi, con la volontà di trasmettere ai posteri le gesta, cosi che siano da monito e incoraggiamento, memoria e ricordo.

          Ecco, in tale quadro, sebbene tracciato in maniera succinta ed essenziale, sinottica quasi, si andranno a disaminare le arti marziali nelle loro specificità, nelle loro singolarità, cercando di proporle all’interno di una lettura che riesca a coglierle nella loro complessità e nelle loro sfumature, che molto spesso rappresentano aspetti veramente interessanti del più complessivo sviluppo dell’Uomo

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