In questa ultima domenica di autunno, prenatalizia, ad arricchire la nostra rubrica Quadri & Squadri -oramai giunta alle soglie del quinto anno di vita- vi è Carmelinda Petraroli, riconosciuta artista pugliese, sebbene le sue origini siano torinesi.
In effetti, Carmelinda da oltre trent’anni ha scelto come sua seconda Patria e Terra, San Giorgio Ionico, risolvendosi così nel tempo tale opzione in una sensibilità, la sua, ricca non solo delle atmosfere, dei paesaggi e della cultura piemontese e mitteleuropea, per certi aspetti austera e di grande rigore, ma anche infarcita della sensualità, del calore, che riecheggiano nei respiri antichi, ancestrali delle terre del Mediterraneo ed in particolare del Tacco d’Italia, un tempo “centro del Mondo”, ponte tra Occidente e Oriente.
Le passioni per l’arte e la pittura nello specifico, sono questioni che da sempre connotano la nostra Petraroli, le quali si sono tradotte, in termini quantitativi e qualitativi, in una produzione di sicuro rilievo, attestata e riconosciuta da numerosi premi a carattere non solo locale, ma anche nazionale, non mancando in tale direzione preziose notazioni di più ampio respiro, ovvero di livello europeo.
Quella di Carmelinda Petraroli è arte spiccatamente figurativa. E ciò per una sua precisa scelta di vita, dove il “descrittivismo” pittorico praticato con vigore, è per lei strumento e mezzo, che attraverso profondi processi immedesimativi, le consente di poter penetrare il Reale, trasformando così la relazione tra il visibile, lei e la tela, in emozione, esperienza, vita, Conoscenza dunque.
E proprio la lunga pratica su questo “descrittivismo” pulsante, vissuto, partecipato, le ha consentito di poter evolvere la sua arte, sviluppare soluzioni compositive non poco seduttive, come è facile riconoscere e riscontrare nelle opere degli ultimi due lustri. Qui, sebbene si rimanga in effetti sul piano strettamente figurativo, ella in ogni sua singola opera propone un mix di soggetti e simmetrie cromatiche, che unitamente al titolo assegnato (mai banale!) richiama l’osservatore a dell’altro dal rappresentato, talvolta ad un altrove, dove il tutto si trasforma in composita e inusitata metafora, allegoria, …simbolo.
Quanto sin ora evidenziato, non ha portato ad una separazione di periodi pittorici, ma ad una sovrapposizione di esperienze, oggi tutte attive nel suo prodursi artistico. Una stratificazione che la nostra Petraroli va arricchendo nel tempo in una prospettiva crescente, conducendola ad intraprendere percorsi di sviluppo tecnici talvolta inusitati: ultimamente ha prodotto alcune sue opere esclusivamente con l’olio, in particolare col noto olio EVO.
Ad ogni modo, per quest’ultima domenica d’autunno, per questa ventunesima pagina della nostra Rubrica, si propone un’opera (foto in alto) particolarmente significativa della Nostra, poiché offre una chiara possibilità di fruizione anche per gli osservatori più esigenti. Il titolo dato da Carmelinda è “Equilibri”. Eh sì, perché in questa tela, il corpo femminile è centrale, ma è anche motivo e scusa, attraverso la quale si rappresentano vari tipi di equilibri, dove il più evidente è quello orizzontale, Est-Ovest. Ovvio che importante appare anche quello verticale, Sud-Nord. Tutti però esprimono la preminenza, in maniera esplicita o implicita, della natura femminile, concreta, perché datrice di vita, ricordando così a noi tutti che il paradigma dell’umanità passa attraverso l’Uomo nella sua interezza. Questione oggi messa in discussione da non pochi operatori culturali, loro malgrado solo apparentemente visionari.
Rosanna Gobetti
