Dopo più di tre anni, ritorna sul proscenio di questa nostra rubrica, Quadri e S-Quadri appunto, una delle sue prime protagoniste, ovvero Filomena d’Ambrosio, naturalizzata leccese, perché originaria di Tursi in provincia di Matera. Correva, infatti, il novembre del 2020 quando pubblicammo una sua opera di particolare interesse e che destò l’attenzione di non pochi osservatori. Da allora molti artisti, alcuni noti, altri meno, alcuni verso la fine della propria carriera, altri appena agli esordi, sono apparsi con le loro opere tra le nostre pagine sommandosi così, mese dopo mese, alla nostra Filomena, che nel frattempo è stata capace di guadagnare posizioni vieppiù importanti, sia in termini strutturali sia in termini contenutistici, ma anche sotto il profilo tecnico, per lo sviluppo di un’arte, la sua, che va a rinforzare alcune connotazioni, che oramai sono divenute spiccate e marcatamente caratterizzanti la Nostra artista.
Proprio per questa sua progressione, le sue opere si traducono in evidente forza artistica, spesso in estasi artistica, in visione, in catarsi voluta e ricercata, in quello che potremmo definire piglio espressivo, in ciò che, in definitiva, è la sua impronta pittorica, nella quale si ritrovano delle determinanti comunicative del tutto singolari! Le opere della D’Ambrosio si proiettano sempre in una sintesi di un messaggio assieme per se stessa e per chi la osserva. Si ravvisa in esse sempre un giusto equilibrio tra la sua esistenza intima, profonda, riservata e la sua vita sociale. Ma quella di Filomena non è una pittura “d’evasione”!!! Molti, tra gli artisti, sono quelli che dipingono per “farla franca”, altri per ritrovarsi, mentre per Filomena la sua Arte è vivere un Mondo Parallelo, suo personale, che si somma in alternativa a quello Reale, a quello Social, a quello letterario e figurativo. In definitiva, potrebbe dirsi che lei pratica e frequenta un Mondo da lei costruito e che non ha nulla a che invidiare agli altri propinati dal Sistema… Filomena, dunque? Creatrice di Mondi, insomma…in cui ama intrattenersi…
L’attento osservatore a questo punto si potrebbe chiedere: che Mondi sono quelli di Filomena? In quale dimensione ci inserisce, ci fa avventurare? Le sue tele sono porte aperte su un Mondo che non contempla il Nero, non vive di ombre. Osservando i suoi quadri, con riferimento all’ultima produzione, spesso mi viene in mente La grande Tavola Strozzi di fine Quattrocento, nella quale Roselli, su commissione della potente e rinomata famiglia fiorentina di banchieri, descrive una Napoli per lo più fatta di edifici bianchi, senza ombre appunto, che si stagliano su un golfo verde acqua tenue. Una visione anche questa che non contempla il nero profondo, il dubbio dunque, l’oscuro....
Molte le opere della D’Ambrosio, tra le quali qui se ne propone una (foto sopra), in cui signoreggiano la luce e i suoi riflessi quasi sempre chiari nelle tonalità del blu e dell’azzurro, che io considero prevalentemente seduttivi. Immancabile in esse poi, è la lunga lacrima a tono, spesso bianca e verticale, anzi verticalizzante, che dà netta la sensazione dell’assenza tra l’alto e il basso, facendo in contemporanea mancare alla sua stessa opera la dimensione spaziale… Insomma, la D’Ambrosio, pare che nelle sue tele costruisca più che il candore, “lo stupore per la Vita” nella prospettiva di un cerchio che quadra…
Un Mondo, il suo, che molti sposano, perché frequentandolo in esso alla fine ci si ritrova, si ritrova quella dimensione, quella quadratura che gli altri Mondi, quelli proposti dal nostro Tempo, non offrono e che paradossalmente anche a piccole dosi, darebbe a loro stessi una valenza più pregnante.
Rosanna Gobetti
