Laura Madonna parla di Antonio Scupola - intervista di Pompea Vergaro

Laura Madonna parla di Antonio Scupola - intervista di Pompea Vergaro

         Nell’ambito della mostra “Collettiva D’autunno” allestita con Opere di cinque artisti salentini, dal 29 settembre al 12 ottobre 2021 negli spazi della “Fondazione Palmieri” di Lecce, in Vico dei Sotterranei,  il 4 ottobre scorso ha avuto luogo un incontro dedicato all’artista salentino Antonio Scupola. Per l’occasione, durante la serata, Valerio Terragno, collezionista e critico d’arte, ha presentato una introduzione storica alla pittura paesaggistica dell'artista. Ha fatto seguito un intervento, a nostro avviso di grande interesse, da parte di Laura Madonna -sostenitrice di “Accademia del Silenzio” e Referente Territoriale della “LUA”- che si è intrattenuta sul significato e il valore pedagogico dell’arte. Di quell’incontro, che non è passato inosservato, noi di Venti di Ponente abbiamo voluto, per i nostri lettori, intervistare proprio Laura Madonna, che richiamandosi a quanto sottolineato durante la serata del 4 ottobre, ha posto ulteriori precisazioni e specifiche di non poco rilievo.

        Laura Madonna, negli ambiti culturali si sa che dedicate con tanta passione i vostri interessi per l’Arte con “eccellenza e serietà”.  Ci può sottolineare, a grandi linee, alcuni aspetti del tema che avete proposto nella serata dedicata ad Antonio Scupola: “Leggere e rispecchiarsi nei paesaggi, nei volti e nelle forme per re-incontrarsi” ?

Con piacere! La tematica scelta è stata lo spunto per valorizzare il senso dell’Arte che assolve ad una importante funzione maieutica dal momento in cui, attraverso il coinvolgimento sensoriale dell’osservatore, ogni paesaggio, ogni volto, ogni forma, potranno acquisire, grazie ad uno sguardo che andrà progressivamente affinandosi, una funzione di rispecchiamento.

L’obiettivo è di provocare un dialogo tra l’osservatore e l’Opera: un dialogo costruttivo ai fini di decifrare le possibili “verità” che ci appartengono. Osservare un quadro diventerà dunque, attraverso questa pratica, una “lettura” nella quale ognuno potrà riconoscersi.

Le opere possono essere occasione di trasformazione e scoperta di sé, di sospensione del giudizio, di cura delle parole, di ascolto empatico. Di riconoscimento dello straordinario nell’ordinario.

òòòòò

             Molto interessante e potremmo sottolineare, originale, il percorso che avete intrapreso all’interno dell’opera di Scupola attraverso i 5 sensi. Può farcene una sintesi?

Grazie per questa domanda, perché durante la serata in Fondazione, è stato molto interessante il coinvolgimento del pubblico quando mi sono apprestata a incontrare le opere del maestro attraverso i cinque sensi. Dapprima leggendo Alda Merini:

“Mi piace il verbo sentire.

Sentire il rumore del mare, sentirne l’odore.

Sentire il suono della pioggia che ti bagna le labbra,

sentire una penna che traccia sentimenti su un foglio bianco.

Sentire l’odore di chi ami, sentirne la voce

E sentirlo col cuore.

Sentire è il verbo delle emozioni,

ci sdraia sulla schiena del mondo e si sente.”

E poi… ho cominciato dal Gusto: l’Arte ha funzione maieutica perché mette in gioco il soggetto interpretante. Emergono aspetti che non si conoscevano, lo sguardo apprende a cogliere i particolari, i dettagli: da qui ci si educa a guardare e a guardarsi, a riappropriarsi della realtà: anche attraverso la sua rappresentazione.

Quanto alla memoria Olfattiva può giocare un ruolo importante che risveglia dinamiche inimmaginabili, tali da provocare stupore, meraviglia…Potranno raggiungerci, da lontano, odori e profumi che all’ improvviso si scopre siano indelebili, che ci riconducono a luoghi, momenti, persone di cui ci riappropriamo all’ improvviso.

Riguardo al Tatto, ci si immagina di toccare e di essere toccati da una tela, da una scultura, in un gesto di reciprocità; di entrare in una scena perché è quella scena che ci chiama, quello sguardo che si racconta e ci indica altri sguardi, altre pensosità; ci offre accoglienza oppure siamo noi a subirne la fascinazione, ad esserne attratti…Allora quali sensazioni proverò? Sarò a mio agio o mi sentirò estraneo? Le impressioni saranno di inclusione o di esclusione? Desidererò “accasarmi” o fuggire?

E ancora il rapporto con lo Sguardo che è centrale nel nostro rapporto col mondo,  da esso muove tutta una serie di esperienze che originano il linguaggio verbale. Raccontiamo il mondo a noi stessi e agli altri ognuno in maniera differente a seconda del modo in cui il nostro sguardo lo riceve. Dunque: che cosa vedo nel racconto dell’opera d’arte? Quale storia mi racconta quella determinata scena? E a quali storie vissute, immaginate, desiderate mi conduce? Al passato o al futuro?

Con l’Udito, giochiamo ad attribuire alla tela e alle forme che prendiamo in considerazione una Voce, delle Parole che si stacchino dall’apparente silenzio in un moto di riscatto. Desiderano diventare presenze reali, narrarci di sé e fare amicizia. Si presentano e, come in ogni relazione nascente, ci chiedono di noi e noi ci abbandoniamo alla felicità di raccontarci e alla curiosità di sapere di loro…Scopriremo ancora una volta che il silenzio “parla”, comunica…

         Grazie Laura! Un’ultima domando: osservando alcune opere di Antonio Scupola emergono narrazioni pittoriche che offrono motivo di riflessioni, quali la memoria e la nostalgia…

 Innegabilmente! Nel percorso, la memoria sollecitata dalle evocazioni delle tele ne è stata protagonista. I paesaggi, le scene domestiche e le nature morte di Antonio Scupola ci riconducono ad una società umile ma dignitosa abitata dal silenzio della natura, dai colori del Salento e da cieli cangianti che si raccontano con straordinaria attualità dai quali emerge una nota di nostalgia per un passato in cui il paesaggio salentino splendeva incontaminato dalle contemporanee ferite infertegli.

       Ancora un profondo ringraziamento a Laura Madonna per il suo spassionato amore per l’Arte che insieme a “questa terra” va elargendo doni d’Arte… che rinfrancano lo spirito! Chiudiamo questa inattesa e gradevole chiacchierata con un pensiero di J.W. Goethe:

“Non c’è Via più sicura per evadere dal mondo che l’Arte; 

ma non c’è legame più sicuro con esso che l’Arte”

         

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