Teatro Verdi di Martina Franca: Nancy Brilli e Chiara Noschese in MANOLA un “viaggio guidato nell’inconscio” - di Matteo Gentile

 Teatro Verdi di Martina Franca:  Nancy Brilli e Chiara Noschese in MANOLA un “viaggio guidato nell’inconscio” - di Matteo Gentile

        E’ un vero e proprio “viaggio guidato nell’inconscio”, per usare una frase tratta dal testo, la rappresentazione teatrale andata in scena sul palco del Teatro Verdi di Martina Franca lunedì 20 marzo 2023, nell'ambito della stagione teatrale dell'amministrazione comunale di Martina Franca.

        Nancy Brilli e Chiara Noschese, splendide interpreti, danno anima e corpo a Ortensia e Anemone, due “gemelle opposte” scaturite dalla mirabile penna di Margaret Mazzantini, il tutto per la guida sapiente e a tratti visionaria del regista martinese Leo Muscato. Federica Parolini crea uno spazio scenico metaforico, dove la camera di un albergo in disuso, in cui le protagoniste hanno trascorso l’infanzia e continuano a vivere da adulte in compagnia dello stesso grande orsacchiotto, altro non è che il loro stesso inconscio. Qui le due gemelle, separate alla nascita da soli tredici secondi, raccontano a un’immaginaria interlocutrice Manola, che in fin dei conti è il pubblico stesso, le proprie angosce, i propri tormenti esistenziali, i propri percorsi di vita che sembrano procedere su due linee parallele, ma che, sfidando le leggi della geometria euclidea, convergono in un punto per poi allontanarsi nuovamente, fino ad approdare alla consapevolezza di sé. Il tutto con un ritmo serratissimo, fatto di monologhi intrecciati, in cui le due sorelle inizialmente non dialogano tra di loro, per poi ritrovarsi nel finale davanti a una torta di compleanno condivisa, nonostante quei tredici secondi fossero giunti a cavallo tra due giorni diversi (guarda caso 16 per l’una, 17 venerdì per l’altra).

poretton

        Un testo ricco di simbolismi, con diversi spunti sociali e soprattutto psicologici, valorizzato da una regia dinamica e da due interpretazioni che tengono il pubblico con il fiato sospeso, pur non trattandosi di un thriller nel senso stretto del termine. Eppure, a ben leggere i sotto-testi, a volte anche molto espliciti, c’è un delitto che si consuma, c’è un colpevole, e c’è anche, tutto sommato, un salvatore: in entrambe le protagoniste muore una parte di sé, soffocata da un uomo che sconvolge la vita di ognuna delle due, ma sarà la loro stessa complicità a salvarle, facendo riconquistare a ciascuna la consapevolezza della propria libertà, scardinando gli stereotipi della società e riprendendosi sé stesse. Due donne che incarnano le due facce della luna, una luminosa, apparentemente frivola, l’altra ombrosa e cupa, inizialmente più profonda. Per poi scoprire che, come la luna, quelle due facce appartengono a entrambe, perché in mezzo c’è tutto un mondo fatto di sogni, aspettative, fragilità e forza, un mondo fatto di pensieri che ne determinano la libertà e costruiscono la personalità di ognuno, orientandone le scelte di vita.

        Anche la scelta dei nomi delle due protagoniste, due fiori, è fortemente simbolica. Anemone è la gemella “bionda”, che veste di rosso, inizialmente frivola e poco profonda, che incarna un fiore il cui nome deriva dal vento: un fiore colorato, appariscente, che però ha vita breve, i cui petali vengono strappati via facilmente dal vento, appunto. Ortensia, apparentemente più resistente, è la gemella colta, che veste inizialmente di nero, “ciofegona” per gli altri, ma “fighissima” per sé stessa; è il fiore che in oriente viene definito “degli otto immortali”, e che secondo la leggenda sarebbe stato così chiamato dall’esploratore naturalista, Philibert Commerson, che lo dedicò alla sua amante Hortense Barrè, che l’aveva accompagnato, vestita da uomo, nella spedizione guidata da Bouganville. Due fiori, interpretati da due attrici che danno corpo al testo attraverso la propria sensibilità artistica e umana, perché un attore è un’anima che plasma il personaggio che interpreta, mettendoci anche qualcosa di sé e del proprio vissuto.  “Anemone e Ortensia sono due fiori che sanno resistere alle brutture del mondo che le circonda, e sanno renderlo più bello” scrive Leo Muscato nelle sue note di regia. Ed è quello che accade sul palco, dove ancora una volta va in scena quel sogno di una passione che si scrive teatro e si legge cultura.

Matteo Gentile



Manola: con Nancy Brilli, Chiara Noschese
di Margaret Mazzantini
regia Leo Muscato
scene Federica Parolini
costumi Lisa Rufini
disegno luci Alessandro Verazzi
assistente alla regia Alessandra De Angelis
assistente scene e costumi Eleonora De Leo
produzione Enfi Teatro – Teatro Il Parioli

powered by social2s

Ultimi articoli - Cultura

Questo sito web fa uso di cookie tecnici e analitici. I cookie analitici usati in questo sito sono cookie analitici di terze parti, utilizzati a fini statistici per la raccolta di dati aggregati, gestiti con la tecnologia della anonimizzazione dell'indirizzo IP. Essi non vengono incrociati con altri servizi. Per tali ragioni sono assimilabili a cookie tecnici e, pertanto, l'uso di questi cookie non necessita del consenso preventivo da parte dell'utente del sito. Questo sito non fa uso di cookie di profilazione dell'utente.