UDU, 17 novembre: “Perché è importante ricordare, perché è importante agire”

UDU, 17 novembre: “Perché è importante ricordare, perché è importante agire”

            Anche nel contesto della pandemia mondiale, gli universitari non dimenticano cosa significhi per tutti gli studenti il 17 novembre.

            Data dalla portata storica, per l’opposizione studentesca al regime nazista cecoslovacco e alla dittatura greca dei Colonnelli, è da anni occasione per ricordare l’importanza della libera formazione e della centralità degli studenti.

            Come ogni volta accade, le organizzazioni, le associazioni e i sindacati studenteschi commemorano la ricorrenza attraverso momenti di dibattito ed informazione, su diritti e rivendicazioni.

            Anche quest’anno, nell’Ateneo salentino, a farsi promotore della “Giornata internazionale degli Studenti” è l’Unione degli Universitari – Udu, che è voluta giungere al 17 novembre attraverso quattro tappe. È proprio la sigla studentesca a spiegare diffusamente questa giornata in un comunicato diffuso in queste ore:

            “Come ogni anno, anche questo 17 novembre si tiene la Giornata internazionale degli studenti, un anniversario che mai potrà lasciarci indifferenti.

            Commemorare questa ricorrenza significa celebrare gli studenti che, a tutela della libertà d’espressione, ebbero il coraggio di unirsi ed opporsi al regime nazista in Cecoslovacchia e alla dittatura dei colonnelli in Grecia, fissando così questo giorno sul calendario della storia.

            In un contesto radicalmente diverso come quello del 2020, caratterizzato dalle incertezze legate alla pandemia di Covid-19, l’importanza di questa ricorrenza non è venuta meno, ma si rinnova nell’impegno che quotidianamente le studentesse e gli studenti dedicano a rivendicare i propri diritti.

            Come sindacato studentesco Studenti Indipendenti - UDU Lecce vediamo nel diritto allo studio, nell'istruzione di qualità e nel diritto alla conoscenza i pilastri della società che vogliamo costruire, ed in attesa della ricorrenza della Giornata internazionale degli studenti abbiamo organizzato un percorso giornaliero “a tappe” che ci ha permesso di affrontare quattro tematiche cruciali dell’ambito universitario.

            La prima delle nostre riflessioni ha riguardato didattica e teledidattica, modalità resa necessaria dalla situazione d’emergenza che stiamo vivendo. Siamo stati costretti nel giro di pochi giorni a rimodellare le nostre abitudini, a riorganizzare i nostri metodi di studio e di apprendimento. Un intervento immediato è richiesto per migliorare strumenti e possibilità della didattica a distanza, ed affinché essa sia inclusiva e fruibile a tutti abbiamo richiesto che le lezioni siano registrate e rese accessibili anche in differita, pensando agli studenti lavoratori ed anche a chi non possegga una connessione ad Internet sufficientemente veloce, oppure non sia in possesso di un dispositivo idoneo o sia costretto a condividerlo con gli altri membri del proprio nucleo familiare.

            Si è individuato anche come il ritorno alla didattica tradizionale sarà necessario, una volta che la pandemia sarà stata superata definitivamente, non trascurando però la possibilità di mantenere la modalità telematica come strumento di ausilio ed integrazione agli insegnamenti tradizionali.

            Il secondo passaggio del nostro percorso riguarda le tasse universitarie, relativamente alle quali già negli anni precedenti (ad esempio il 17 novembre 2017, nell’ambito della campagna nazionale di UDU “Scuola e Università IN ROSSO”) abbiamo dovuto sottolineare come i numerosi tagli vadano a ricadere sugli studenti stessi, limitando fortemente il livello di istruzione del Paese (che già vede l’Italia al 36° posto tra i 37 paesi dell’OCSE per percentuale di laureati tra i 25 e 34 anni).

            L’innalzamento della soglia della No Tax Area deve rimanere misura strutturale, e non mera soluzione straordinaria, ed al fine di perseguire una maggiore aderenza tra criteri ridistributivi e reale condizione economica vogliamo che non vengano penalizzate le persone il cui alto tasso di ISEE è determinato quasi esclusivamente da un elevato livello dell’indicatore ISPE. Ci continueremo a battere anche per eliminare misure inutilmente punitive quali l’innalzamento delle tasse per gli studenti iscritti al secondo anno fuori corso.

            Nella penultima tappa, quella del 15 novembre, abbiamo affrontato la questione dei tirocini curricolari, che ci vede da tempo impegnati (anche a fianco del sindacato del lavoro CGIL Lecce) a combattere affinché venga definita una normativa nazionale che disciplini garanzie e diritti minimi, quale ad esempio una retribuzione per i tirocinanti come indicato da una recente risoluzione del Parlamento Europeo.

            Il 16 novembre abbiamo scelto di affrontare la “vexata quaestio” del diritto allo studio, che dalla nostra nascita ci trova in prima fila per richiedere la copertura totale delle borse di studio e la conseguente eliminazione nei vari atenei delle figure dell’“idoneo non assegnatario” e dell’“idoneo non beneficiario”. Da anni poi il Sindacato denuncia la mancanza di investimenti per migliorare le residenze universitarie leccesi che necessitano di interventi urgenti di ristrutturazione e di messa in sicurezza degli stabili.

            Per quanto riguarda il servizio di ristorazione, offerto detraendo una quota monetaria della borsa di studio del singolo beneficiario, partendo dalla considerazione che la gestione attuale non riesce a garantirne efficienza e qualità continuiamo a chiedere come fatto negli ultimi anni la monetizzazione della quota mensa.”

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