Versi & Contro-Versi (22) – Lidia Caputo

Versi & Contro-Versi (22) – Lidia Caputo

          Questo mese arricchisce la nostra rubrica il contributo poetico di Lidia Caputo, fino a qualche anno fa docente di materie letteraria “…al Banzi” di Lecce, e oggi nell’entourage delle Cattedre di Filosofia Morale e di Filosofia Teoretica dell’Università del Salento.

         Leggendo la sua recentissima silloge, pubblicata nel mese di giugno di quest’anno, titolata “Come Fanciulla”, si percepisce subito che la poesia della Caputo è preziosa, poiché dotata di più piani di lettura, a volte, non accessibili a tutti. Si potrebbe affermare, come soleva esprimersi il compianto professor Mario De Marco, che quella di Lidia è una poesia per tutti e per nessuno.

         Una poesia intrisa di saperi antichi, che vanno al di là della sua formazione accademica, la quale si pone come corollario del nucleo centrale del suo pensiero, che sgorga da altri ambiti, circostanze, vissuti più segnanti e significativi.

         Qui, se ne propone una particolarmente ragguardevole, tratta appunto da “Come Fanciulla” e scritta a Londra il 10 maggio del 2018: L’alba mi ha chiesto di te. Versi rivolti all’amato, visto nella sua interezza e nelle sue profondità, sebbene il tutto in tracce d’inchiostro sintetiche ed essenziali. Un poetare, quello di Lidia, che con poche, ma sapienti battute, apre scenari esistenziali vasti, a tratti, insondabili, perché misteriosi.

         L’alba mi ha chiesto di te ci appare la poesia giusta per questo tempo: è capace di conferire pienezza al nostro incedere, facendoci includere nella coscienza, quella del tempo estivo, a volte fin troppo spensierato e spensierante, l’elemento misterico, che, imprimendo più forza all'agire, al pensare, riesce a dare sapore e spessore all’esistenza vacanziera…….

Rosanna Gobetti

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   L’alba mi ha chiesto di te

L'alba mi ha chiesto di te,

delle tue angosciose notti,

la stella del mattino

mi ha chiesto di te,

dei tuoi risvegli madidi

di ricordi

e ardenti umori,

dei tuoi pugni levati

contro l'imponderabile fato.

Il sole mi ha chiesto di te,

dei tuoi versi

che dalle vene tue

esplodono con tro

ciarlatani e ipocriti,

ladri di giovani sogni.

Il meriggio mi ha chiesto di te,

dei tuoi passi

ritrovati nel mio cuore

che a te solo dischiude

sentieri inesplorati

astrali rapimenti.

La luna mi ha chiesto di te,

del tuo esule volo

dai miei desideri

verso costellazioni di amori

che sovvertono il tempo.

Lidia Caputo - Londra, 10 maggio 2018

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