Ti sembra normale: la musica negli anni 2000 – Francesca Greco

Ti sembra normale: la musica negli anni 2000 – Francesca Greco

         Era il 1998 quando un gruppo piemontese dal nome Bandabardò pubblica Beppeanna. 25 anni dopo lo stesso brano con il titolo “Se mi rilasso…collasso" viene riproposto dal gruppo in collaborazione con degli amici. Questi amici potremmo definirli un gruppo, certamente eterogeneo, sicuramente simbolo della musica del nuovo millennio; per essere più precisi, anzi, si potrebbe dire che siano una rappresentanza di un ponte tra gli anni Novanta del secolo scorso e gli anni Duemila: alba di un nuovo millennio che sta per sorgere.

         Sarebbe piuttosto complicato racchiudere in poche righe già solo questi primi venti degli anni Duemila. Un susseguirsi di eventi, di immagini memorabili che rimarranno nella memoria anche grazie allo strumento della rete e all'avvento dei social.

         Memorabile rimarrà comunque la musica: sarebbe interessante provare a definirla, inquadrarla in un genere, in un andamento organico del suo mutarsi negli anni. Invece la musica degli anni Duemila esplode come una stella. Lungo sarebbe l'elenco dei nomi che hanno contribuito con la loro voce ad arricchire il panorama, molti, però si sono dimostrati effimeri.

         Dal primo album del 1996, la Bandabardò conquista subito il pubblico per un romantico sguardo al passato: ineguagliabili e anti conformisti, dagli anni Duemila conquistano il mercato internazionale. Nel 2018, con il reprise di Beppeanna, coinvolgono una squisita schiera di cantautori italiani.

         Tra questi, Max Gazzè: ironico, romantico, Gazzè nasce dagli anni Novanta ma la sua scia non si esaurisce certamente con l'avvento del millennio.  Gli anni Duema confermano la sua verve, il suo savoir faire di cantautore d'altri tempi mai stanco di reinventare la musica e se stesso. Nel 2014 Max Gazzè è protagonista di un fortunato tour, figlio di un altrettanto aureo album: Il padrone della festa. Daniele Silvestri e Nicolò Fabi sono i compagni di ventura del sopracitato. Un trio dall’equilibrio praticamente inconfutabile: laddove uno dimostra spiccato senso dell'umorismo in maniera sarcastica, l'altro si accosta con un'anima intimista.

         Certamente parliamo, qualora fosse necessario porre dei margini di definizione, di musica folk, folk rock e pop. Certamente, però gli anni Duemila sono altrettanto ricchi di generi musicali che si fanno spazio. Simbolo a noi vicino è la pizzica, la musica popolare, ripresa, rieditata, rimodulata, in altre lingue cantata, in altre note suonata. Assieme alla musica tipicamente popolare e folkloristica, rap prende sempre più piede.

         Proprio per indicare la poliedricità della Bandabardò, è da sottolineare come, nel brano citato, abbiano invitato Michele Salvemini, nato a Molfetta, meglio noto come Caparezza. Capa sa raccontare la realtà, forse alla stregua di alcuni cantautori del passato, mettendo in musica ciò che ci circonda e la realtà che, nostro malgrado, ci caratterizza; si pensi alla ballabile e altrettanto drammatica “Vieni a ballare in Puglia".

         Infine, sarebbe utile annotare quanto importanti in questi anni siano stati i talent show: da Amici ad X Factor pare che per raggiungere un importante traguardo sia necessario passare da queste stazioni. Orde di giovani muovono puntualmente la loro speranza in giornate di provini. Che sia la speranza in un futuro migliore, che sia l'augurio di esaudire un loro sogno o, ancora, l’immagine di una vita rosa e fiori, molteplici sono le motivazioni che li muovono. Qualcuno negli anni ne è uscito vincitore. Qualcuno, come una meteora, s’è bruciato dopo aver brillato per un tempo non sufficiente per essere annoverato. In fondo, Andy Wharol lo diceva: tutti siamo destinati ad essere importanti per 15 minuti.

         E questo rapido sguardo agli anni Duemila potrebbe chiudere una parentesi partita ormai 60 anni fa. Potrebbe bruciare, come una stella qualunque. Potrebbe darvi luce, farvi sperare che la musica continui ad essere un sole, un'ancora di salvezza nonostante i cambi di vento.

Francesca Greco

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