Benvenuta Voce. Sei proprio venuta bene! - di Tyna Maria

Benvenuta Voce. Sei proprio venuta bene! - di Tyna Maria

Con questo primo “pezzo” si apre la Nostra rubrica RisVolti di Voce, tesa a fare luce sull’immenso universo della Voce, composto da pratiche, prassi e teorie, ma anche misteri, arcani e segreti, che Tyna Maria Casalini, affermata e rinomata cantante e vocalist, di volta in volta illustrerà, non solo nella prospettiva specifica professionale, ma anche in quella molto più intrigante, della trainer, capace di trasferire quei saperi difficilmente acquisibili e necessari per padroneggiare tutto ciò che attiene al mondo della Voce.

Pompea Vergaro


            La Voce è un immenso Universo che si cela, pur rivelandosi al mondo, si delinea in confini inversi, pur non avendone. Come un setaccio, la Voce filtra il vissuto profondo e silente dell’interiorità, per poi lasciarsi ex-premere (esprimere vuol dire infatti “tirar fuori”) nell’urgenza comunicativa. Il suo Volo è come desse “il La alla Vita”, quel gioioso attendere del mondo la nostra nascita che rende ogni vagito Segno vitale del nostro esistere. E questo richiamo alla Vita appartiene al vagito dell’infante come alla nenia dell’anziano, poiché la Voce è sapienza interiore del fluire ogni profondo vissuto, ieri come oggi, allo scorrere meraviglioso della nostra parabola esistenziale. Non è uno strumento, è ancor più l’espressione massima e protesa della nostra Corporeità. In essa, possiamo espanderci oltre il confine della pelle, oltre lo sguardo, raggiungere ciò che desideriamo, manifestando, nel gioco prosodico sonoro dei primi suoni infantili, i nostri bisogni primari.
           Sin da tenerissima età, abbiamo potuto sperimentare le molteplici facoltà della nostra Voce ed il suo distendersi e ripiegarsi, nei primi giochi prosodico-sonori che ci consentivano di Abbiamo imparato a “con-vibrare”, a raccordare il nostro sentire con la Voce primaria e familiare di Mamma e Papà, quando il nostro sguardo era stupito di ascoltare il mondo sino ad allora, per noi tutti infanti, sconosciuto. E quel primario mondo acustico genitoriale, rappresenterà il primo codice comunicativo che rimanda a sua volta, l’immagine creativa del Sé emotivo e profondo, dal quale emerge ogni futuro comportamento adulto: invocare la Vita, manifestare i nostri primari bisogni, affermare il nostro essere al mondo. Un processo di esplorazione e conoscenza è la nostra Voce, fatto di produzione e ascolto, da cui assorbiremo, giorno dopo giorno, il “gusto” della Vita.

La voce è ascolto

               La Voce adulta, ormai strutturata nella parola, conserva quella stessa infante memoria che svela, oltre ciò che diciamo, la verità del nostro sentire interiore, e questo avviene, non tanto per le parole che usiamo o scegliamo nei vari contesti comunicativi in cui siamo a dialogare, ma per le inflessioni emotive che fluiscono dalla Voce senza poterle trattenere facilmente, come l’immagine del setaccio che filtra, frammenta il linguaggio e lo restituisce al mondo, intriso della propria coscienza, oltre la parola che stiamo dicendo racconta l’impalpabile che stiamo vivendo. La Voce è un addensante di tutto ciò che in natura pulsa di vita, è una presenza trasparente che ha il potere di raggiungere, coinvolgere, ma anche allontanare, ferire, persino ignorare, senza che il corpo faccia un passo. Ancora più in questo difficile tempo fatto di distanziamento, abbiamo riscoperto nella Voce un canale comunicativo importante: oggi la tecnologia ci consente di registrare un vocale su whatsApp e questo rende possibile comprendere quanto la Voce dei nostri affetti, le sfumature del suono che usiamo o il tono di Voce che ascoltiamo ci tocca inevitabilmente.
               Una serie di informazioni, nascoste tra le parole che utilizziamo, attingono dall’inconscio e raggiungono l’altro, in una comunicazione trasversale e reciprocamente responsabile di nuove realtà comunicative che orientano il dialogo o lo mortificano. La codifica delle potenzialità della nostra Voce può contribuire ad un buon esito comunicativo, un buon utilizzo dell’inflessione della Voce può favorire il dialogo e l’ascolto reciproco, in ambito familiare, lavorativo o amicale che sia.
           
Ecco perché, comprendere quanto la nostra Voce sia legata alle emozioni, al nostro stato d’animo o al “modo di stare al mondo”, è molto importante per conoscere se stessi ed acuire l’ascolto di noi e degli altri che rappresentano la nostra sfera comunicativa. Ecco allora che potremmo davvero dire che: “L’umanità non è mai troppo distante, quando la si cerca”
e la Vita predispone che la Voce sia invocazione, sussulto di gioia, richiamo d’aiuto, a volte anche silenzio desiderato. Ma ricordiamo sempre che attraverso di essa, incidiamo la realtà e ne scolpiamo sempre di nuove.


Buona Voce a tutti, e che sia di Umanità!

 

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