Un segnale visibile di ripresa? Le luminarie - di Mariella Spagnolo

Un segnale visibile di ripresa? Le luminarie - di Mariella Spagnolo

    “Anche nei piccoli centri urbani del Salento, come nel resto d’Italia, si colgono, da qualche mese, segnali più o meno visibili di ripartenza. Attività per lungo tempo sospese per le restrizioni imposte dalla pandemia vengono nuovamente riprese. Si riaprono cantieri, si riparte, si ricomincia a progettare, costruire, allestire. Le strade e i luoghi specificamente destinati alla vita sociale tornano pian piano a “riaccendersi”. E a sorprenderci…”

       È una sera di metà ottobre. Il cielo sereno si va oscurando assumendo una tonalità di azzurro più intenso. Lo osservo con lo stupore di sempre mentre percorro una strada del mio paese che confluisce in piazza S. Giovanni, principale spazio aggregativo della comunità di Sava (TA), delimitato dalla facciata della Chiesa matrice su un lato, e su un altro da quella più estesa dell’antico Castello, sede del Municipio. Improvvisamente un’esplosione di luci colorate mi abbaglia e disorienta per un attimo. Sono le migliaia di lampadine che compongono l’imponente galleria artistica installata da alcune settimane nella piazza.  Rallento il passo e mi fermo ad una distanza tale da poterla racchiudere interamente nel mio campo visivo e ammirarla.

      Non si tratta delle solite luminarie finalizzate ai festeggiamenti patronali- ovunque sospesi, com’è noto, a causa della pandemia- ma di un’installazione realizzata al fine di valorizzare e promuovere i tratti identitari del territorio. Riprendo nel corsivo l’espressione testuale riportata nel bando disposto dalla Regione Puglia per dare vita ad un programma di promozione del territorio coinvolgendo gli enti locali e in particolare i Comuni.

      La presenza di questa galleria artistica, con i fantasiosi e luminosi disegni che si susseguono su tutti i lati, immerge la piazza in un’atmosfera fiabesca. L’attraverso con lo sguardo in su ed è come trovarsi dentro un gigantesco caleidoscopio, o in un sogno fantasmagorico, con gli occhi che vagano di meraviglia in meraviglia.

    Non si può non provare apprezzamento e gratitudine per la realizzazione di questo progetto sostenuto dal Comune di Sava che, come altri del Salento, ha accolto e dato seguito alla proposta della Regione. In tal modo ha offerto un’opportunità lavorativa ad un settore economico, come quello dell’allestimento di luminarie nei paesi del sud d’Italia, colpito più di altri dalla crisi. Ora l’imponente installazione ravviva la piazza, si inserisce come una nota allegra e con un significato simbolico che fa riflettere. Innanzitutto, si configura per la comunità come un segno significativo di ripresa. Quei ricami multiformi di luci e colori messi in risalto dallo sfondo scuro del cielo diffondono bellezza e armonia. Ci fanno alzare lo sguardo, ci danno gioia e riaccendono speranze, al di là delle incertezze e della precarietà dell’oggi che pure rimangono.

     Non solo. Osservando più attentamente le svariate figure cui danno forma le innumerevoli lucine multicolori, non ci sfugge la loro disposizione simmetrica e l’equilibrata mescolanza dei colori. È un velato richiamo al principio di armonia, così mi piace pensare, che trova ampia applicazione nell’Arte ma è sempre auspicabile in ogni ambito dell’esperienza umana. Soprattutto là dove è necessario– ed è viva esigenza del nostro tempo- ricostruire, ripartire, ridare assestamento alle diverse realtà.

    Più volte nei mesi scorsi, in cui vigevano le restrizioni, passando rapidamente dalla stessa piazza l’abbiamo vista deserta e desolata, così tristemente irreale. Perché quel modo di apparire era in evidente contrasto con le sue specifiche funzioni costitutive.

     Infatti, la piazza, come luogo situato al centro di una comunità urbana, è ovunque lo spazio dove si concentra la vitalità di un popolo, dove si manifesta con più o meno intensità il fervore politico, culturale, sociale e religioso.  Trovarsi invece, nel susseguirsi interminabile dei giorni, di fronte a quel suo aspetto innaturale dato dal vuoto, dall’assenza prolungata di un abituale affollamento, acuiva l’oscurità dei pensieri già attraversati da timori e malinconie, rendendo più forte il desiderio di un ritorno alla normalità. 

    Ma finalmente questa grandiosa e sfavillante paratura crea uno scenario diverso nella piazza, tornata nuovamente a rianimarsi. È la concreta dimostrazione che prima o poi la luce ritorna, la speranza si ravviva e tutto può ricominciare.    

 

 

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