41 bis: è confusione? – di Ignazio Del Gaudio

41 bis: è confusione? – di Ignazio Del Gaudio

            Negli ultimi giorni è montata forte la diatriba sulla questione 41 bis. Alcuni personaggi detenuti con tale regime speciale di trattamento, in quanto soggetti di estrema pericolosità, che non è assolutamente da correlarsi all’età, saranno o sono stati già scarcerati e posti agli arresti domiciliari, sulla base di una nota del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria emanata il 21 marzo scorso, pare in ottemperanza al decreto “Cura Italia” del 17 marzo.

            Inevitabile è stata la reazione di magistrati, istituzioni private di vario genere e ovviamente di molti politici, tra i quali spiccano Salvini e Leoluca Orlando. La situazione, nel mondo dei media e del giornalismo, pare mostrare una configurazione alquanto caotica, decisamente poco chiara, difficilmente da comprendere nella coerenza di uno Stato che, in certi ambiti, come ad esempio quello della gestione di detenuti di estrema pericolosità, il suo incedere dovrebbe essere in maniera inequivocabile limpido, irreprensibile, privo delle consuete ombre.

            Il Ministro della Giustizia Alfonzo Bonafede, al riguardo afferma che la scarcerazione sarebbe imputabile alla Magistratura, la quale in ciò ha, come risaputo, assoluta autonomia. Peraltro, il decreto “Cura Italia” prevede solamente e con riferimento all’emergenza covid-19, scarcerazioni solo per casi non gravi dal punto di vista giudiziario. In tale direzione, afferma in un comunicato sui social che: "Sia chiaro: tutte le leggi approvate da questa maggioranza e riconducibili a questo governo sanciscono esplicitamente l'esclusione dei condannati per mafia (ma anche di qualsiasi reato grave) da tutti i c.d. benefici penitenziari" (RaiNews, 22.04.20).

            D’altro canto, come si è sottolineato anche da parte de Il Fatto Quotidiano di ieri, la nota del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziari (DAP) inviata agli organi competenti della Magistratura il 21 marzo, non riporta alcuna limitazione rilevante circa la possibile scarcerazione, né informazioni di sorta con riferimento al trattamento dei detenuti con il 41 bis, sottolineando che tra le (10) condizioni per la scarcerazione, rientrano anche un’età superiore a 70 anni e/o condizioni di salute particolarmente precarie.

            A tal riguardo, il DAP sottolinea che non ha il potere di gestire le scarcerazioni e che la nota del 21 marzo è solo legata ad operazioni di monitoraggio, per favorire la definizione dei provvedimenti in linea con il decreto “Cura Italia”.

            In tutto questo, a ieri è passato dal regime del 41bis agli arresti domiciliari, Francesco Bonura (fonte: L’Espresso), ed oggi toccherebbe a Giuseppe Sansone (fonte: Palermo Today). Da qui a stretto giro potrebbero essere interessati dai medesimi provvedimenti, molti altri detenuti, soggetti al noto trattamento speciale.

            Al di là di tutto ciò, l’intera questione certamente complica ancora di più il contesto di per sé critico, difficile, dalle mille pericolosità, potendosi senza molti sforzi inserire in più ampie dinamiche e in collaudate logiche, che la storia insegna.

 

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