Dal Web alla Realtà, dal Contatto Social al Tatto-Contatto - di Pamela Serafino

Dal Web alla Realtà, dal Contatto Social al Tatto-Contatto - di Pamela Serafino

      La percezione di sé avviene attraverso i sensi e il modo in cui essi percepiscono la realtà che viene rielaborata dall’interpretazione e quindi dalla rappresentazione in cui rientrano in gioco la ragione e la cultura. Di tutti i sensi quello più ‘umile’ e meno considerato nella società in cui predomina il mito dell’immagine è il tatto. Ciò che distingue e lo distingue dagli altri sensi è che esso ci fa percepire il tangibile attraverso un elemento interno a noi stessi: la nostra stessa carne, mentre nel caso dell'udito, come precisava Aristotele, il mezzo di unione tra il nostro orecchio e il suono è rappresentato dall’aria, nella vista dal diafano che illumina il colore.

      La conoscenza della realtà attraverso il tatto diventa quindi al tempo stesso conoscenza di sé e di ciò che è esterno a noi nello stesso istante. Estromettere il tatto dalla comunicazione può agevolare meccanismi di alienazione. Non a caso nei regimi totalitari la comunicazione e la propaganda si basano sulle immagini più facilmente manipolabili e su messaggi trasmessi per vie radiofoniche, ciò che si tenta di allentare sono i contatti fisici, quelli più diretti tra le persone che possono mediare attraverso più canali comunicativi la loro percezione della realtà. Nei regimi totalitari gli incontri liberi tra le persone sono vietati se non veicolati da motivi di propaganda ufficiale durante i quali poter controllare, dirigere i pensieri della gente verso l’approvazione del regime. 

       Il controllo è più agevolato dalla distanza, si alimenta con la paura che accresce il distacco. Questa forma di violenza si attua tutte le volte che si intende esercitare un controllo. Se penso al contatto tra due persone, un contatto profondo, non posso fare a meno di pensare che questo sia anche fisico, nel senso di condivisione di uno spazio comune, del manifestarsi della comunicazione prossemica, dell’avere consapevolezza quindi della percezione del proprio corpo in mezzo ad altri in uno spazio in cui esprimersi liberamente. Allontanare o creare una vicinanza fittizia ossia costrittiva e non realmente condivisa sono mezzi di cui si avvale chi teme il contatto come una presa di coscienza di sé e quindi come chi è capace di avere in sé i germi della ribellione.

      La ribellione per cui, ad esempio, si è resa colpevole agli occhi del suo assassino la giovanissima Saman Abbas, isolata dalla famiglia nella sua condizione di donna consapevole della propria identità ma rimasta all’ombra di una comunicazione profonda che la rendesse meno vulnerabile. Il rischio di un’alienazione del sé non è necessariamente imposto da un regime totalitario, ma anche da chi più o meno inconsapevolmente si chiude in uno spazio comunicativo in cui estromette l’idea di una comunicazione che passa attraverso il ‘tatto-contatto’ distinguibile dalla parola inflazionata dal web del ‘contatto social’. Per sua natura il ‘contatto social’ non può dare la profondità di una comunicazione ‘in presenza’, non ne può replicare le difficoltà ad esempio e perciò stesso, il confronto con se stessi e con l’altro. 

      Se sul web si inserisce la parola contatto si è rinviati a numerosi siti in cui  si danno spiegazioni sul modo in cui ‘eliminare i contatti’ o ‘bloccare i contatti’ che rendono l’idea di una semplicità di gestire una comunicazione superficiale, in cui l’altro è trasformato in poco più di un’immagine che si può oscurare con un click, immagine forse più appropriata alla società della velocità, dei consumi e delle mode, ma il contatto più vero è quello in cui si può ancora ascoltare il riverbero della nostra carne, in cui non basta ‘disconnettersi’ per risolvere il problema. Se semplifichiamo i rapporti umani rendendoli ‘contatti social’ e non ‘tatti contatti’, assottigliamo la stessa percezione di noi stessi e la capacità di gestire il caos di una vita che supera sempre i confini delle barriere artificiali.

Pamela Serafino

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