MES: una discussione sul nulla – Massimiliano Lorenzo

MES: una discussione sul nulla – Massimiliano Lorenzo

       Per un solo cittadino italiano, 37 miliardi di euro sono tanti, tantissimi, già solo a pensarli! Ma questa è unicamente una questione di prospettiva, la quale può risolversi nell’osservazione di un elemento analizzato in termini assoluti, che tuttavia appare completamente diverso se contestualizzato e relativizzato. In tale direzione i 37 miliardi, di cui l’Italia dovrebbe godere ricorrendo al MES – Meccanismo Europeo di Stabilità, che sta destabilizzando la politica italiana – sono spiccioli, se confrontati ai nostri indicatori economici generali e attinenti sia allo Stato Italiano sia al Paese Italia.

       Così, facciamo insieme qualche conteggio, ed inseriamo i famosi 37 miliardi nel contesto italiano e facilmente si capirà che sono briciole, che si sta discutendo sul nulla e che, ancora, sposteranno poco o nulla nella nostra economia e nell’economia dello Stato italiano.

      A tal riguardo, la stessa Ragioneria di Stato – l’istituzione pubblica che tiene i conti del nostro Paese – sottolinea che le entrate dello Stato Italiano, in un’analisi pre-Covid, dovevano ammontare a circa 600 miliardi di euro, a fronte di un PIL – prodotto interno lordo (il reddito del Paese Italia, per capirci) – di 1787,7 miliardi di euro nel 2019. Per altro verso, va sottolineato che il debito pubblico italiano è, al gennaio del 2020, di oltre 2.440 miliardi di euro. Ci si chiede a questo punto quale sia il significato di 37 miliardi in questo quadro, non bastando, forse, a pagare neanche gli interessi sul Debito Pubblico Nazionale, dove lo Stato italiano transa sul mercato oltre 360 miliardi di euro.

     Poi, si potrà pensare che i 37 miliardi del MES saranno comunque utili, meglio di niente, ovviamente per i governanti e nella prospettiva del noto economista Enrico Michetti, il quale afferma che l’unica utilità della succitata cifra servirà da corroborante elettorale della politica della maggioranza al Governo. E così, tecnicamente, quel fondo sarà legato ad un programma di spesa, indirizzato a risollevare la sanità pubblica, ma non si sa in quale prospettiva. Di certo, però, l’Italia non ha alcun programma reale e concreto in merito al rilancio dell’economia nazionale e della sanità stessa!

       Ancora, oltre quei 37 miliardi di euro del MES, per l’Italia, dal Recovery Fund sarebbero previsti ulteriori 172 miliardi: 82 miliardi in sussidi (da restituire con calma!) e 90 miliardi di prestiti (sempre da restituire). E così il nostro debito pubblico sforerà, tecnicamente, i 3.000 miliardi di euro. Nel senso che, in uno – due anni il debito che ricade mediamente sul cittadino, sia esso neonato sia esso giovane o novantenne, sarà di ben 50.000 euro a testa e per una famigliola di tre componenti di ben 150.000 euro.

       Più efficaci sarebbero anziché le politiche del debito, le politiche della redistribuzione del reddito verso le classi sociali con maggiore propensione al consumo, le quali negli ultimi tempi hanno visto assottigliarsi il reddito a disposizione, portando a una riduzione vistosa della domanda e quindi del reddito stesso complessivo e dell’occupazione. D’altro verso, la politica italiana ha favorito le classi super agiate. In tale direzione, va sottolineato che il mercato dei beni di lusso, è cresciuto anche nel periodo Covid, con tassi a due cifre. Una crescita che si mostra ininterrotta da più di quindici anni e che risulta possibile solo in presenza di un’accumulazione di risorse finanziari crescente ed importante, che tuttavia e paradossalmente si bloccherà d’un colpo in relazione alla povertà della popolazione.                                                                                     

Massimiliano Lorenzo

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