Shock-Covid, Arte e Cultura – Ignazio Del Gaudio

Shock-Covid, Arte e Cultura – Ignazio Del Gaudio

           Lo shock-covid non ha risparmiato neanche il mondo dell’arte, dello spettacolo e della cultura, soprattutto nei suoi aspetti più profondi, non solo antropologici e sociali, ma anche economici stricto sensu. Anche nel leccese, che accoglie uno dei distretti culturali più importanti in ambito nazionale, per profondità e diffusione sociale, si sono sentiti forti, fortissimi, gli effetti della più ampia congiuntura del nostro Paese, che hanno inciso in maniera segnante.

            Lo shock-covid se da un lato ha bloccato per un lungo periodo di tempo qualsiasi attività, dall’altro ne ha deviato e rivoluzionato il corso, ragion per cui ha intaccato gli individui nei loro aspetti e processi emotivi e psicologici profondi e di rimando le loro manifestazioni culturali in senso più ampio. La paura, l’alto livello di incertezza per il futuro, l’abitudine alla solitudine e alla scarsa mobilità, imposta e poi, forse, anche voluta, l’assenza di grandi aggregazioni, hanno portato a modificare i sensi dell’esistenza, all’interno di orizzonti “avari” che si sono mostrati, infatti, sempre meno luminosi e ampi. Vi è stato un veloce e totale rimescolamento delle “carte” nella vita del semplice cittadino, che di rimando ha devastato gli scenari sociali e culturali, lentamente costruitisi negli ultimi trent’anni su precisi costrutti psicologici e sociali.

            E così tra la normativa speciale del Governo e il nuovo assetto psico-culturale del comune cittadino è crollato il mondo del libro, portando in un baratro profondo l’industria dell’editoria, che quest’anno vede un calo di oltre il 30% nella produzione di titoli. Se nel 2019 i titoli messi sul mercato sono stati oltre 70.000, quest’anno non toccheranno i 50.000 e oltre il 15% delle case editrici chiuderà i battenti. Il sistema degli eventi e delle presentazioni pubbliche di libri e autori di fatto sono stati azzerati e non si vede una possibilità di ripresa almeno per il 2020.

            Nello specifico, in provincia di Lecce, la mondanità culturale, legata alla presentazione di libri e autori, ai reading poetici, è d’un colpo svanita mettendo in ginocchio l’intero settore ed in primis le piccole case editrici sorte nell’ultimo decennio, le quali oltre che mantenere in qualche modo gli aspetti mondani legati al libro tramite i social, o abbassare i costi, non sono riuscite a trovare reali rimedi, motivi per i quali sono in non pochi casi in forti difficoltà finanziarie. Finanze già modeste data la loro costituzione recente e l’assenza di collegamenti imprenditoriali di un qualche significato. In tale direzione, anche gli autori, per lo più dilettanti, senza la proiezione mondana si sono arenati, non mancando di valutare tuttavia percorsi di penetrazione sociale alternativi al mondo del libro. In tutto questo, le vendite tramite e-commerce non paiono che ammortizzare solo in maniera molto blanda lo scossone economico.

            Anche nel mondo della pittura, e della musica, soprattutto negli ambienti di base, la situazione non pare essere molto diversa, dove anche qui la reazione e la risposta al grande cambiamento si presentano deboli, risolvendosi in manifestazioni web-social di modesta portata, che servono solo a mantenere il sistema di relazioni, in attesa di nuove e più efficaci soluzioni.

            Diversa si presenta la situazione nel comparto del teatro, soprattutto leccese, il quale gode di grandi contributi pubblici, che prescindono dalla reale efficacia di mercato. Qui la soluzione web-social si presenta di buona portata. Va da sé che, per certe compagnie teatrali, come ad esempio Scena Muta di Copertino, la questione si sviluppa diversamente e in maniera drammatica, ma queste rappresentano solo una minima componente rispetto all’intero comparto, che gode di un’ampia copertura pubblica.

            Nel comparto del giornalismo, delle radio e della televisione, se sul piano della produzione e della produttività modesti sono stai gli effetti dello chock-covid, i reali problemi sono connessi alla più generale crisi di sistema, che ha contratto i margini di vendita degli spazi pubblicitari.

            Ad ogni modo, tutti i comparti del settore dell’Arte, dello Spettacolo e della Cultura sia a Lecce sia nel più ampio contesto nazionale si trovano a dover riqualificare in maniera profonda l’offerta culturale, la quale di certo non si realizzerà abbassando i costi o aumentando le quantità, ma creando nuovi modelli di consumo e fruizione. E, forse, neanche le azioni di rilancio del settore da parte dell’iniziativa di Governo di questi giorni darà una stabile soluzione alla Grande Crisi, se non in termini di palliativo e di ammortizzatore sociale. Insomma, la crisi, questa crisi, la Grande Crisi necessita un reiventarsi il modo di fare cultura, un ricreare, un ricominciare da zero, con nuovi paradigmi e nuove strategie, che nulla devono avere a che fare col passato, rimanendo questo fortemente scollegato al nostro presente e al nostro futuro. Orfani del tempo trascorso, tutti assieme dobbiamo affrontare i tempi a venire basandoci, forse, sulla pura intuizione, sulla fantasia onirica...sulla follia, probabilmente.

Ignazio Del Gaudio

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