Afflitta Dolores ...ancora lei - di Mariangela Filoni

Afflitta Dolores ...ancora lei - di Mariangela Filoni

        Forse ve la ricorderete Afflitta Dolores  Già altre volte ci siamo intrufolati nelle sue giornate, nelle pagine di: “C’è tempo” e “Allu friscu”. Ma per riassumere dirò che lei fa un po’ a botte con la carica di destino scritta nel suo nome, ha un’amica che per ironia della sorte si chiama Letizia e al momento non abbiamo molte altre informazioni. Nomen omen, "il nome è un presagio" si direbbe, e un fondo di verità c’è di sicuro. Eppure lei  è nata sotto il segno dell’Ariete, una guerriera, e Marte è il suo pianeta. Invece eccola lì come una pappa molle, apatica, fredda, non riesce neanche a lavarsi la faccia.

        Bisogna tenerla d’occhio perché non è un bel momento per lei. Ogni tanto la assale la malinconia. Saturno le si mette di traverso con la bile fredda, ghiacciata o bollente ma in ogni caso mai a temperatura ambiente: forse per questo ciondola per casa come una zombie. Ma anche il tempo incerto di questi giorni avrà fatto la sua parte. Quando è così malridotta, le è capitato di sentire qualcuno dei suoi familiari dare la colpa a tutti, dico tutti i libri che legge. Manco fosse Don Chisciotta, ma va là.  E comunque chi può dirlo?

     Sta di fatto che il dubbio si insinua: ogni eccesso contiene davvero il germe della propria auto eliminazione, come affermava Freud? E allora, anche leggere troppo? 

      Al mattino poi appena alzata tutti i “sintomi” si accentuano. Eppure a proposito del mattino, proprio su un libro e che libro dove è  dichiarata una cosa davvero interessante; dicono i Veda: “Tutte le facoltà intellettive al mattino si risvegliano”. E sempre attraverso un libro il grande Thoreau lo conferma: “La mattina. La parte migliore del giorno è quella del risveglio. Allora c’è in noi meno sonnolenza; e per un’ora almeno, si risveglia anche quella parte di noi che il resto del giorno resta assopita”. Si tratta del nostro Genio.

       E allora teniamola d’occhio stamattina la nostra Afflitta Dolores: la vedo camminare imbambolata, non si è fatta neanche il caffè. Si affaccia alla finestra, guarda in giro poi osserva le sue piante che da un po’ si autogestiscono, comprensibile no? Lei è troppo impegnata a non far niente. Ma adesso cosa fa? Rientra veloce in casa prende una penna, un foglio e scrive come se fosse urgente … Appena finisce sbircio tutto.

       Ecco fatto, ha scritto questo e poi ditemi voi se c’entra o non c’entra con la Natura consolatrice ovunque abbia uno spazio anche minimo! “Prima emozione del mattino: l’afa opprimente se n’è andata piano piano, stamattina si respira. Io qui a “pensare” a quale deve essere il mio umore, a combattere ancora con gli occhi mezzi chiusi dal sonno tra l’illusione gioiosa e la triste realtà. Mi affaccio alla finestra e quello che non riesce a fare il pensiero riesce a farlo una piccola piantina a lungo trascurata sulla finestra, talmente senza senso da traboccarne: ma…i suoi fiorì belli e silenziosi toccano le mie mani”.

       A questo punto ognuno può trarre le proprie conclusioni, gli spunti sono moltissimi ma di sicuro nel nostro caso possiamo avere come una testimonianza diretta della proprietà risanatrice e miracolosa della Natura. Anche di un solo fiore. Lo dico perché ora Afflitta Dolores ha addirittura acceso la radio, sintonizzata su una frequenza antica di musica leggera. Una canzone risuona, semplice nella melodia e nelle parole.

“Per fare un frutto ci vuole un fiore. Per fare tutto ci vuole un fiore”.

Già! Basta un fiore…  e allora buon fiore a tutti!

 

                                  

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