Veloce “pennellata” su Titti Preta – Rossella Maggio

Veloce “pennellata” su Titti Preta – Rossella Maggio

           La conobbi qualche anno fa, in occasione del Festival della Letteratura di Tropea, nel corso del quale era stato premiato il mio primo romanzo “In sostanza l’amore” e del quale, Titti Preta, faceva parte in qualità di giurata. Un caleidoscopio vivente, una girandola di occhi neri con dentro il fuoco di continui progetti, un fiume di parole, conoscenze, approfondimenti, ricerca e studio, un amore sviscerato per la sua attività di insegnante e per i suoi studenti, le prime pubblicazioni all’attivo che ne decretavano il successo: Titti Preta, una fiaccola ardente, senza timore di smentita negli anni a venire, del panorama culturale calabrese.

           Ma prendiamo la lente di ingrandimento e guardiamo più da vicino la nostra affascinante Titti Preta. Laureatasi a Firenze in Archeologia, con specializzazione in Antichistica ed Epigrafia, riversa la sua verve culturale soprattutto in racconti e romanzi, non tralasciando tuttavia di occuparsi anche di presentazioni radiofoniche di musica e attualità, di storia del costume e di società. A grandi linee, la Nostra coglie l’ispirazione dalla sua formazione classica, dai grandi miti e dalle illuminanti leggende, che estrae dai libri portandole a rivivere nei luoghi dove presumibilmente hanno avuto origine o dove comunque l’immaginario collettivo le situa. Da qui, forse in maniera non del tutto casuale, nasce anche il suo progetto della scuola estiva che prevede le passeggiate culturali nel castello medievale di Vibo Valentia.

           Tante le sue pubblicazioni, tra cui “Il segreto della ninfa Scrimbia” (Meligrana Edizioni) -intorno al quale ruota la vicenda della studiosa Fiorella Paribeni alle prese con un’antica leggenda, strane sparizioni e morti sospette- “La Malandrina. Storia di brigantaggio e libertà” (La Medusa Edizioni), un racconto che attraverso le vicende amorose della protagonista si spiega la lotta populista ambientata nella zona montuosa del Pollino, al confine tra Calabria e Lucania, in quello, in definitiva, che Titti definisce, per la suggestione venata di storicismo, un metapaesaggio, culla del brigantaggio politico. Segue “Ragazza del Sud. Donne e violenza, ‘ndrangheta e amore” (Libritalia Edizioni), che si sostanzia in uno sguardo storico sulla ‘ndrangheta, attraverso la vicenda della protagonista che si svolge a cavallo tra gli anni settanta e gli anni ottanta del secolo scorso. E ancora “Cercando Jolanda”, ovvero la nota cantante Dalidà, al secolo Jolanda Gigliotti, originaria di Serrastretta, in provincia di Catanzaro, e perciò detta “la Calabrese di Parigi”, bellissima e fiera, ma anche talmente infelice da non poter, secondo l’autrice, non essere associata a un personaggio della tragedia greca o a una Giulietta Shakespeariana.  

           Titti, ovvero Maria Concetta, ama correre con il pensiero così come nella vita e, tratto comune a molti amici scrittori, si lascia affascinare dal ritmo della corsa che pratica con assiduità. Ha anche la passione degli abiti vintage e, tra quelli di famiglia e quelli acquistati nel tempo, possiede una vera e propria collezione della quale rende compartecipi i figli.  Possiamo dunque affermare che Titti è animata dall’amore per il passato, la storia, la ricerca delle verità sepolte nei secoli, che possono gettare una luce nuova sul presente, costruire un futuro il più aderente possibile alle vicende realmente accadute e dunque anche il progetto che ha ora in cantiere riguarda un fatto storicamente accaduto e circondato da molto clamore, che presto diventerà la sua prossima pubblicazione.

Rossella Maggio

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