A San Pietro Vernotico i giorni della taranta fra culto, riti e ritmi - di Gianmarco Pennetta

A San Pietro Vernotico i giorni della taranta fra culto, riti e ritmi - di Gianmarco Pennetta

In questi giorni San Pietro Vernotico è in festa. Si celebra la tradizionale e tanto attesa ricorrenza del 29 giugno dedicata ai santi patroni Pietro e Paolo. E come ogni festa che si rispetti, non mancano le luminarie, i fuochi pirotecnici, la tradizionale fiera-mercato e l’evento musicale.

    La festa, la cui origine si perde nella notte dei tempi, è legata al tarantismo, un fenomeno che ha affascinato antropologi, psicologi, studiosi delle culture umane, come il professore Ernesto de Martino, arrivato nel Salento nel 1959, tra giugno e luglio, per effettuare delle ricerche alla fonte, nel corso dei riti in onore dei Santi Pietro e Paolo. I risultati dei suoi studi furono pubblicati nel volume “La terra del rimorso” in cui l’etnologo definì il tarantismo un male culturale utilizzato dalle donne per manifestare il loro disagio sociale.

   Il culto di San Pietro Apostolo, Padre della Chiesa Cristiana è legato alla pratica lenitiva della Taranta. A lui vi si rivolgevano le tarantolate, le quali una volta in contatto con la sorgente d’acqua miracolosa, potevano tornare alla loro vita quotidiana. Secondo la tradizione tramandata nella cultura popolare, le donne vittime del morso si incamminavano in pellegrinaggio verso Galatina e a San Pietro Vernotico.

    Il culto del Santo è molto diffusa in questo territorio poiché secondo le tradizioni, l’Apostolo Pietro vi passò nel corso del suo pellegrinaggio verso Roma. Anni più tardi, si ritiene che fu proprio Sant’Oronzo ad ordinare che, in segno di devozione, i paesi attraversati dal Santo raffigurato con in mano le chiavi del Paradiso, avrebbero dovuto recare il suo nome.

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   Se Galatina, conosciuta in passato con l’appellativo di San Pietro in Galatina,  ha saputo conservare attraverso il passaparola in primis, la memoria del ruolo rivestito all’interno della società di allora, a San Pietro Vernotico questo sentire è meno forte, sebbene  si ritiene che accanto alla Chiesa dedicata al Santo Patrono,  sia esistito un luogo conosciuto come l’Oratorio dei Pellegrini che ospitava sia i devoti provenienti da ogni parte della Regione  sia chi, morso dall’insetto, chiedeva Grazia per una guarigione dopo aver bevuto l’acqua miracolosa del pozzo posto ad un lato della navata.  Purtroppo in entrambe le località salentine i pozzi sono stati fatti murare dai rispettivi Uffici Sanitari a distanza di trent’anni uno dall’altro, ufficialmente per motivi igienici, nel 1929 e nel 1959.

   La valorizzazione dell’antico rito della Taranta ha rappresentato per tutto il territorio salentino un volano di crescita soprattutto dal punto di vista storico e culturale. La sua conoscenza infatti, diffusa anche grazie al Festival di musica popolare che culmina con la tradizionale Notte della Taranta di Melpignano, è andata di pari passo con l’esplosione dei flussi turistici, che hanno caratterizzato questo spicchio di terra, soprattutto negli ultimi trent’anni, in maniera consistente.

    Con il finire dei pellegrinaggi, volendo offrire un’occasione di svago ai cittadini, tra ‘800 e ‘900, il Consiglio Comunale di San Pietro Vernotico decise di istituire una  fiera per il 29 giugno. Da allora attorno ai riti religiosi che incominciano con la traslazione del simulacro del Santo dalla Chiesa Matrice alla Chiesa di San Pietro Apostolo il 19 giugno, sono previsti dei festeggiamenti civili, a partire dal 27, quando sul sagrato della Chiesa si degusta un piatto di gnocchetti e cozze, un’usanza nata e voluta con lo scopo di far sentire l’aria di festa a tutti i compaesani. Passeggiando per le vie del paese, gli abitanti e i turistici vengono allietati dalle stravaganti figure disegnate dalle luminarie, opere architettoniche portate ai massimi livelli espositivi a Scorrano, ma che caratterizzano i festeggiamenti del meridione, e dal suono caratteristico e allegro delle bande musicali.

   Così, Piazza del Popolo, nel cuore del centro storico sampietrano, posta tra il vecchio Palazzo Comunale, la Chiesa Matrice e la Torre Quadrata, diventa fulcro dei festeggiamenti dedicati al Santo Patrono ospitando la suggestiva quanto attesa cassa armonica. Mentre le note dei grandi classici risuonano assieme al profumo d’estate che incessante avvolge il dolce via vai di fedeli e turisti.

   Un calendario di eventi che prosegue anche quest’anno, il secondo, sempre con le norme anticontagio ad imporre toni più pacati ai festeggiamenti, a ricordarci che senza passato non può esserci futuro.

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