Il Salento Esoterico 1°: Uno dei Misteri di San Cesario di Lecce – Raimondo Rodia

Il Salento Esoterico 1°: Uno dei Misteri di San Cesario di Lecce – Raimondo Rodia

    Uno dei misteri più intriganti e meno conosciuti di Terra d'Otranto, che in parte sta per svelarsi ai lettori di Venti di Ponente, è costituito da un misto di cavalleresco, religioso, con un pizzico di superstizione -che non guasta mai- Il tutto miscelato con animali totemici spaventosi e una parte della gnosi cristiana non svelata. Questo mistero giace da secoli in un placido paese alle porte di Lecce, ovvero San Cesario di Lecce. Il mistero in questione si trova custodito all'interno di una chiesa dedicata all'evangelista Giovanni. E siccome l'intento nostro è quello di svelare i segreti in esso nascosti, ecco che già nel titolo della chiesa in questione si trova il primo riferimento esoterico-misterico. 

    In prima battuta va messo in luce che, chi abita sul pianeta Terra ha nel Sole un punto di riferimento importante, oltre che la principale fonte di vita. Proprio per questo il nostro astro rientra in vari culti e teogonie, e ciò anche in una prospettiva simbolica.  Il suo moto apparente simbolizza lo scorrere del tempo e marca il cambiamento delle stagioni. Per questo motivo vi sono due giorni dell’anno cruciali, in cui il Sole sembra fermo in un punto preciso dell’orizzonte, sorgendo e tramontando nella stessa posizione.

    Le due date, a tal proposito, cadono, quasi sempre, il 21 giugno, che costituisce il solstizio d’estate, ed il 21 dicembre, in cui si realizza il solstizio d’inverno. Connesso al culto del sole in relazione ai solstizi è il culto di Giano Bifronte (Ianus), divinità romana le cui due facce custodivano le entrate e le uscite dalle porte (ianuae)… Ogni forma di passaggio (la porta appunto) viene associata al cambiamento, proprio come succede nei momenti solstiziali, nei quali il Sole col solstizio prende un nuovo corso, ovvero l’attraversamento della Porta del Cancro (giugno) e della Porta del Capricorno (dicembre).

    Il Cristianesimo quando cominciò a sostituirsi alla antica religione pagana, alcuni culti vennero gradualmente cancellati, mentre per quelli più persistenti, come appunto Giano, furono sostituiti, ed i due San Giovanni facevano proprio al caso Giano, una figura doppia messa a presiedere le due porte solstiziali, con la sua doppia fronte che guarda al passato ed al futuro, perché è indispensabile tener conto degli insegnamenti del passato e dell’esperienza, per preparare l’umanità le vie del progresso futuro. Così alle due festività solstiziali pagane subentrò la nuova liturgia in onore dei due Ioannes: il Battista il 24 giugno e l’Evangelista il 27 dicembre. A supporto della tesi del particolare bi-frontismo ripartito fra i due Giovanni, qualche autore addirittura sostiene persino che l’assonanza tra Ianus e Ioannes non sia casuale, ma il risultato di una deformazione del nome del vecchio nume. E così, il Battista rappresenta il culmine del Sole, mentre l’Evangelista la quasi morte dell’astro. È l’eterno dualismo degli opposti che da sempre percorre la storia anche del pensiero filosofico fino ai nostri giorni.

    E veniamo al mistero di oggi, quello della chiesa di San Cesario di Lecce, avvero ai segreti del sarcofago del cavaliere, mistero nel mistero: chi è e da dove proviene? Ad aumentare la suggestione la chiesa in questione si trova in via Caponic, che rimanda ad un quartiere che nel corso della sua storia ha visto la presenza di slavi provenienti dai balcani. E forse proprio da qui proviene la storia che si racconterà.

    Un tempo si diffuse la leggenda, per alcuni storia vera, di un gruppo di cavalieri, che sotto la protezione di San Cristoforo, combattevano la magia nera, trasformandosi in feroci Lupi Mannari, mangiando spesso il malvagio cuore di chi con magie e stregonerie induceva altri individui in schiavitù. Presto l'icona bizantina di San Cristoforo venne descritta in un corpo di cavaliere con la testa di cane. Ma siccome a loro volta un ordine settario e gnostico che della magia costituiva le basi fondative (quello della Rosa Blu) iniziò a combattere i lupi mannari e grazie al loro potere magico ed alla loro influenza politica fecero in modo di far sparire le icone con il santo con la testa di cane, simile peraltro ad Anubi, una divinità egizia, Dio della Mummificazione e dei Cimiteri, protettore delle necropoli e del mondo dei Morti.VISO.jpg

    In questo intreccio terribile tra bene e male, quindi, nel territorio intorno al capoluogo Lecce nascono i cavalieri dell'ordine di San Cristoforo che combattono aspramente l'Ordine della Rosa Blu che sono invece dediti alla magia ed al sopruso. Ognuno di questi cavalieri riusciva a combattere gli affiliati alla Rosa Blu grazie alla trasformazione in Licantropo che conferiva a loro forza e velocità d'azione. Il maestro dell'ordine di San Cristoforo seppellito in un sarcofago strutturato in un unico blocco di pietra leccese, escluso un buco al centro nella parte bassa del sepolcro. Il nostro maestro protetto da sigilli esoterici potenti, come il "Centro Sacro" con graffitto accanto un altro potente segnale come la "Triplice Cinta " ed una croce greca potenziata ed altri simboli nascosti apotropaici.

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    La grandezza del maestro viene ricordata anche nell'acquasantiera con la doppia Croce di Lorena a ricordare le origini nobili del maestro dell'ordine di San Cristoforo. Un bellissimo viso dell'uomo della Sindone ricorda il luogo sacro in cui il cavaliere e maestro grazie ai suoi compagni doveva anche dall'oltretomba proteggere ed aiutare la causa dei lupi mannari che combattono la "Rosa Blu " che causa l'imbruttimento della società attraverso l'abominio, la schiavitù ed il potere magico.

    Ma questo luogo protetto e nascosto venne profanato da alcuni membri dell'ordine della Rosa Blu che estraendo il sarcofago avendo paura delle doti del gran maestro anche da trapassato, applicarono un buco nella parte finale per estrarre il cuore, unico organo non mummificato del nostro cavaliere-maestro o meglio un osso interessante e ricco di energia, parte finale di quello che non a caso noi chiamiamo " osso sacro ". Questo osso indistruttibile si chiama "Luz" e si tratta di un osso dalla forma di una mandorla, posto alla base della colonna vertebrale e intorno al quale si formerà un nuovo corpo. Pensate che quest’osso sopravvive alla disintegrazione del corpo, dopo la sepoltura, ma potrebbe restare danneggiato in caso di cremazione. Luz nella Bibbia è anche il luogo unto con l’olio celeste del patriarca Giacobbe e pertanto è indistruttibile, così come l’osso. Qui, a Luz, in sogno, Giacobbe ebbe la visione della casa di Dio (Beth El) luogo terribile e spaventoso.

    Un osso, dunque, che conserva la nostra linfa vitale, la nostra anima, il ricordo delle nostre esperienza passate. Un osso che racchiude la nostra intera vita, o, stando alla leggenda, le nostre intere vite, tutte. Un osso che, grazie alla sua alchimia, permette all’anima di rinascere. Il prototipo dell'essere umano che rinasce da sé stesso, come la fenice dalle proprie ceneri.

    La profanazione della tomba doveva interrompere, con l'asportazione dell'ossicino sacro, il rapporto tra il maestro, anche se morto, ed i suoi discepoli, cavalieri e uomini lupi. Questo non avvenne, in quanto forte era la protezione esoterica della tomba e il gran Maestro sparì nel nulla lasciando nella chiesa di San Giovanni Evangelista un sepolcro vuoto come quello del Golgota. 

Raimondo Rodia

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