Si è svolto, nei giorni scorsi, presso la sala del Rettorato dell’Università del Salento l’evento “Incontriamoci a Lecce” dove si è dibattuto su temi sociali ed economici riguardanti la “Conferenza sul Futuro dell’Europa”. È stato il quarto appuntamento di un ciclo di incontri promossi dal “Dipartimento per le Politiche Europee”, da Nord a Sud della Penisola con l'obiettivo di “promuovere la conoscenza e l'utilizzo della piattaforma digitale multilingue e per stimolare la cittadinanza a partecipare alla Conferenza sul futuro dell'Europa.
Sabato 29 gennaio 2022 ore 10,00 al “Parco in memoria delle vittime italiane nei Gulag”, in via Valsesia a Milano si è svolta la cerimonia di commemorazione dell’80° anniversario della deportazione degli Italiani di Crimea. Si è deposta una corona floreale e si è svolta una breve cerimonia in ricordo delle vittime innocenti, gli italiani di Crimea, per lo più pugliesi di Bari, Bisceglie, Molfetta e Trani, e genovesi, deportati in Kazakistan e Siberia. Ma il ritorno per tutti non fu… anzi la maggior parte perì senza neppure una croce. Nel pomeriggio alle ore 17,00 si è svolto l’incontro online, da remoto. per ricordare i nostri connazionali deportati e i discendenti ancora privi della cittadinanza italiana con Giulio Vignoli, storico, “scopritore” di questa comunità, Giulia Giacchetti Boiko, presidente del Circolo Il Cerchio di Kerch (Crimea), Giulia Fabiano, italiana di Crimea, Francesco Pergolo, parente di italiani in Crimea, Francesca Gori di Memorial Italia, Валерия Ловкова (Valeriya Lovkova), autrice e regista del documentario "Fryazi.
I soldati americani che lasciano la capitale dell’Afghanistan, è l’ultima immagine di una guerra iniziata vent’anni fa, all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Ma è la prima che sancisce conseguentemente, il fallimento di una missione che aveva l’obiettivo di catturare Osama Bin Laden, leader degli estremisti di Al Qaeda, che, con la sua uccisione avvenuta nel 2011 è sembrata a tutti una presenza ancora più assurda e ingiustificata. A maggior ragione oggi, dopo il notevole dispendio di risorse umane prima che economiche. Risorse che potevano essere utilizzate in modo più strategico ed efficiente, a sostegno di politiche giovanili mirate all’istruzione della popolazione afghana, ad esempio, ancorché se si pensa che l’Afghanistan è ritornato ad essere un Emirato controllato militarmente dai Talebani.
Sabato scorso alla manifestazione pubblica di Tel Aviv organizzata dalle ong pacifiste “Breaking the Silence” e “Standing Togheter” lo scrittore israeliano David Grossman, 67enne, autore di romanzi noti e apprezzati nel mondo, fra cui “Vedi alla voce: amore” del 1986 o “Qualcuno con cui correre” del 2000, “Col corpo capisco” del 2003, “A un cerbiatto somiglia il mio amore” del 2008,“La vita gioca con me” del 2019, ecc, è intervenuto pronunciando parole di pace.
Si sente spesso sostenere che dinanzi a difficoltà comuni, il Mondo dovrebbe agire all’unisono per superarle. Questo approccio, infatti, può rivelarsi utile nei diversi ambiti della cosiddetta politica internazionale, dalla minaccia militare alle crisi economiche, dal cambiamento climatico alle sfide sanitarie, oggi più che mai.
Nella notte tra il 12 e 13 novembre è ripreso un altro scontro per l’indipendenza e l’autonomia, quello tra il Regno del Marocco ed il Fronte Polisario, organizzazione che rappresenta la comunità Saharawi.
Implacabili e precise come un orologio svizzero, ogni quattro anni si ripresentano le elezioni per il Presidente degli Stati Uniti d’America, il primo martedì di novembre.
Quello che sta avvenendo nei territori del Caucaso Meridionale, in Asia, è il chiaro esempio di una situazione conflittuale mai risolta. Dopo le avvisaglie dello scorso 12 luglio, con violenti scontri, e un tutt’altro che definitivo cessate il fuoco, infatti, l’artiglieria è tornata a brillare nei territori del Nagorno-Karabakh, regione indipendente a maggioranza armena in Azerbaijan.
Dopo mesi di tavoli e dibattiti vede la luce il nuovo Patto europeo su migrazioni ed asilo, inizialmente previsto per febbraio. A rallentare la stesura hanno contribuito la crisi sanitaria e l’intransigenza del gruppo di Visegrad, composto da Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria.
Le minacce militari e i progetti politici degli Stati Uniti in America Latina non sono nulla di nuovo e rappresentano un continuum storico. La cosiddetta “Dottrina Monroe” è, infatti, dal 1823, un faro per tutte le amministrazioni della superpotenza a stelle e strisce. Ancora oggi, non a caso, si susseguono intromissioni dirette o indirette, tentativi di golpe, finanziamenti e forniture di armi alle opposizioni, a Cuba, come in Venezuela. Proprio la Repubblica bolivariana del Presidente Nicolas Maduro, che fu prima del Comandante Hugo Chavez, è oggi nell’occhio del ciclone e negli interessi strategici dell’America trumpiana. Allo stesso tempo, anche paventare interventi bellici rientra nella storia americana e, soprattutto, sovente accade nei mesi che precedono le elezioni presidenziali.
Organizzate e segnate sul calendario con precisa tempistica e per tempo, le elezioni presidenziali americane si terranno quest’anno, martedì 3 novembre. Negli Stati Uniti d’America, terra della liberal-democrazia, le elezioni non sono solo il momento del voto dei cittadini, ma il risultato di una competizione a tutto tondo. Politica, società ed interessi economico-finanziari si intrecciano e diventano protagonisti, perché il vincitore sarà sul “tetto del Mondo” e non guiderà un condominio, con tutto il rispetto per gli amministratori di condominio.
Si ritorna alla normalità dopo il confinamento dovuto alla pandemia e anche le istituzioni, in Europa, cercano di farlo. Nello scorso fine settimana, infatti, due Paesi in Europa sono tornati alle urne: la Francia, per il rinnovamento dei rappresentanti comunali in alcune città, e la Polonia, per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica ex-sovietica.
Spesso può accadere che un popolo vittima in un dato momento storico si trasformi in carnefice subito dopo, perpetuando violenza ed oppressione su un altro popolo. È questo il caso del popolo ebraico e del suo Stato di Israele nei confronti del territorio e della popolazione palestinese. Ancora oggi, infatti, l’operazione israeliana - e occidentale - nel Medio Oriente può essere portata come migliore esempio per spiegare la massima gramsciana: “La storia insegna, ma non ha scolari”. È sotto gli occhi di tutti, sebbene non tutti e non sempre lo ammettano, che la nascita dello Stato di Israele nei territori palestinesi sia stata una macchinazione geopolitica, guidata dai poteri anglosassoni, per stabilire un avamposto in quella fetta di pianeta, e infiammarla, dopo averla disgregata all’indomani del primo conflitto mondiale. In quel territorio, interamente abitato dal popolo palestinese da secoli, è stata praticamente innestata una guerra ineguale e lì si fa leva sullo spirito di rivalsa-resistenza, che qualunque popolo autodeterminatosi avrebbe se dovesse subire un’occupazione militare ed economica. E qui, non si tratta di antisemitismo o nazismo, anzi, si tratta di giustizia e di pace.
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Si è svolto, nei giorni scorsi, presso la sala del Rettorato dell’Università del Salento l’evento “Incontriamoci a Lecce” dove si è dibattuto su temi sociali ed economici riguardanti la “Conferenza sul Futuro dell’Europa”. È stato il quarto appuntamento di un ciclo di incontri promossi dal “Dipartimento per le Politiche Europee”, da Nord a Sud della Penisola con l'obiettivo di “promuovere la conoscenza e l'utilizzo della piattaforma digitale multilingue e per stimolare la cittadinanza a partecipare alla Conferenza sul futuro dell'Europa.
01 Marzo 2022Come è noto, nelle scorse settimane il Parlamento italiano, in seduta comune e insieme ai delegati delle venti regioni, si è riunito per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Per il nostro Ordinamento si tratta di un momento particolarmente importante, in cui tutte le forze politiche sono invitate a collaborare per decidere il futuro Capo dello Stato, colui che simboleggia l’unità nazionale, sotto almeno due profili e che di fatto svolge attraverso la sua importante funzione istituzionale, il ruolo di “arbitro” nel corso del dibattito politico e, dall’altra, di garante del rispetto delle “Regole”.
16 Febbraio 2022Sono oramai molti anni che sul proscenio della politica leccese c’è l’antico, lungo, diuturno e annoso problema della mobilità urbana. Un problema che non riesce a trovare soluzioni soddisfacenti per tutti o per la maggior parte della cittadinanza. E questo perché, nella buona sostanza, il vero e sottostante contendere è di natura culturale.
01 Febbraio 2022Sabato 29 gennaio 2022 ore 10,00 al “Parco in memoria delle vittime italiane nei Gulag”, in via Valsesia a Milano si è svolta la cerimonia di commemorazione dell’80° anniversario della deportazione degli Italiani di Crimea. Si è deposta una corona floreale e si è svolta una breve cerimonia in ricordo delle vittime innocenti, gli italiani di Crimea, per lo più pugliesi di Bari, Bisceglie, Molfetta e Trani, e genovesi, deportati in Kazakistan e Siberia. Ma il ritorno per tutti non fu… anzi la maggior parte perì senza neppure una croce. Nel pomeriggio alle ore 17,00 si è svolto l’incontro online, da remoto. per ricordare i nostri connazionali deportati e i discendenti ancora privi della cittadinanza italiana con Giulio Vignoli, storico, “scopritore” di questa comunità, Giulia Giacchetti Boiko, presidente del Circolo Il Cerchio di Kerch (Crimea), Giulia Fabiano, italiana di Crimea, Francesco Pergolo, parente di italiani in Crimea, Francesca Gori di Memorial Italia, Валерия Ловкова (Valeriya Lovkova), autrice e regista del documentario "Fryazi.
31 Gennaio 2022Archiviato il 2021, è dunque possibile fare un bilancio della politica italiana, e magari anche quella della Terza Repubblica, poiché si tratta, questo, di un anno snodo di particolare rilevanza. E tutto ciò guardando al cittadino medio e cercando di interpretare le sue proiezioni politiche.
È opinione diffusa che il 2021, così come il precedente sarà ricordato per l’incessante avanzare dell’emergenza sanitaria, che ha occupato le prime pagine di tutti i media nazionali. Tuttavia, le nostre considerazioni andranno oltre e dietro le questioni politiche, dove l’attuale congiuntura sanitaria è solo il motivo che ha accelerato alcune dinamiche innescatesi più di un decennio fa, ovvero con l’avvento del Governo Monti, sul finire del 2011.
11 Gennaio 2022