La Betissa, scritta tra Santa Cesarea e Castro, sulla costa salentina, appena al disotto di Otranto, tra l’agosto e l’ottobre del 1986, rappresenta per molti aspetti il lavoro poetico più maturo e compiuto di Antonio Verri. Pubblicata per la prima volta qualche mese dopo, nell’anno successivo, è una disperata favola a tinte fosche, un allucinato viaggio nell’inconscio e nel linguaggio che rappresenta una svolta decisiva nella ricerca espressiva di Antonio Verri, ora concentrata a indagare ossessivamente le relazioni che intercorrono fra le parole e le cose, fra il mondo e il libro che tenta di ricrearlo, in uno sforzo costante di trascrizione di quella varietà cosmica e disarmonica in un’opera chiusa, conclusiva e allo stesso tempo sempre in progress, aperta, sfuggente.
Ci sono emozioni e stati d’animo tanto difficili da raccontare quanto complessi da comprendere se non sono vissuti in prima persona. Entrare nei meandri della mente e del cuore di una persona con difficoltà di relazione è compito ancora più arduo, specialmente se si vuole trasmettere un messaggio di profonda umanità attraverso le parole scritte di un libro.
Parte il prossimo 8 giugno la XII edizione del “Salento Book Festival”, la kermesse letteraria itinerante organizzata dall’associazione culturale Festival Nazionale del Libro, ideata e diretta dal giornalista e autore TV Gianpiero Pisanello, che da quest’anno torna anche a curare la direzione artistica. È la più grande rassegna itinerante pugliese legata ai libri e porta storie in piazza, tra vicoli, giardini, castelli e belvedere sul mare, ospitando alcuni degli scrittori e delle scrittrici più amati ma anche personalità del mondo del giornalismo, della musica, dello spettacolo che presentano i propri lavori editoriali.
Consapevolezza e azione, prima che sia troppo tardi. Federico M. Butera, già docente al Politecnico di Milano di Fisica Tecnica Ambientale, non è perentorio, nonostante il quadro dipinto a tinte fosche delle condizioni ambientali stiano lì a dimostrare la gravità del pianeta. Questo saggio/guida, che è stato anticipato da una vita di impegno per la scienza e per la cura della terra, e da numerosi articoli scientifici e saggi sull’argomento, si cimenta ancora una volta sui grandi temi che assillano il pianeta, approfittando dell’occasione rappresentata dalla pandemia virale del Covid 19. Una crisi così profonda e diffusa in tutto il mondo che ha spinto ancora una volta l’umanità sul ciglio del baratro, perché quella malattia non è venuta da sola ma accompagnata da uno stato di prostrazione della terra, a causa di numerosi quasi “punti di rottura”, dal riscaldamento globale ai consumi eccessivi di risorse naturali, alla CO2 che ormai staziona nei nostri cieli, all’avanzare dei deserti e nello stesso tempo allo scioglimento dei ghiacciai, al rischio delle città costiere di venire allagate dalle acque marine…
Sorprese di fine maggio con il Salento Book Festival che irrompe in questa calda primavera con un gradito ospite pronto a presentare il suo libro, a Gallipoli e a Collepasso, quest’ultima new entry nella rete culturale del festival. Lunedì 30 e martedì 31 maggio arriva nel Salento Francesca Neri per presentare il suo “Come carne viva” edito da Rizzoli. Attrice e produttrice cinematografica, nella sua carriera ha lavorato con i più grandi registi italiani e stranieri. Adesso ha dato alla luce questo libro che si presenta come un’“autogeografia” coraggiosa e inaspettata, in cui si mette a nudo, mostrando il suo lato più intimo e sconosciuto al pubblico.
Kurumuny ritorna al Salone internazionale del Libro di Torino, la cui XXXIV edizione si svolge dal 19 al 23 maggio al Lingotto Fiere. Nel più importante appuntamento italiano legato al mondo dell’editoria, la casa editrice salentina porta le sue ultime produzioni, romanzi e saggi oltre a testi di etnomusicologia, sempre all’insegna del dialogo fra tradizione e modernità, fra poetica della terra salentina e suo rinascimento. Così accanto alle collane storiche Kurumuny ne presenta di nuove, dedicate alla narrativa, alla poesia, alla world music.
Seduti al tavolo da gioco immaginato dal giornalista Virman Cusenza, direttore del “Il Mattino” e “Il Messaggero”, dopo aver iniziato la sua carriera al “Giornale di Sicilia” e a “I Siciliani”, assunto a “Il Giornale” di Indro Montanelli, sono l’avvocato Enzo Paroli di Brescia, socialista e antifascista, e il giornalista Telesio Interlandi, detenuto nel carcere di Canton Mombello, accusato di collaborazionismo con il regime. Due storie diverse, che più diverse non si può, eppure legate da un insolito destino a giocarsi la vita in un azzardo come a volte succede nella nostra esistenza. Enzo Parodi, un illustre avvocato bresciano, figlio di Ercole, presidente dell’Ordine degli avvocati, è un professionista serio e rispettato, stimato per la sua caratura giuridica, rispettosa delle leggi. E come poteva essere diversamente?
“Per non dimenticare, pur in una situazione drammatica di guerra agita e combattuta in Ucraina, la condizione delle donne in Afghanistan, retrocesse sul piano sociale dalla presa del potere nell’agosto scorso da parte dei talebani”. Questa la premessa che introduce l’iniziativa culturale e allo stesso tempo umanitaria e solidale nei confronti delle donne afghane che vivono “sotto un cielo di stoffa”, il burca appunto.
È sotto gli occhi di tutti che gli epocali cambiamenti dell’attuale società indirizzata verso continui rivoluzionari scenari, siano ormai di una portata incontrollabile. L’avvento dei nuovi media ha così permeato ogni aspetto della comunicazione dalla quale, oramai, non può sottrarsi un’inevitabile “rivoluzione linguistica” riguardante, soprattutto, i nuovi codici dei giovani, traducendosi in un divenire continuo attraverso l’uso dei “social network”.
“Lei, De Nittis, è uno di quelli che preferiscono la via più lunga, ma comoda e sicura, o le piace rischiare?” Il capitano del Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria rimane spiazzato davanti alla domanda di Myriam Bellini, occhi azzurri e luminosi. La direttrice della biblioteca Ariostea a Ferrara si riferiva al percorso da compiere sotto la pioggia battente per raggiungere il suo studio, quello più lungo al coperto costeggiando il perimetro del fabbricato oppure quello più rapido e diretto, ma all’aperto sotto la pioggia attraverso il cortile. Gaetano De Nittis era rimasto perplesso e aveva subito associato la sua vita a quella domanda semplice ma che nascondeva la metafora della sua esistenza. Dal Sud, di origini pugliesi, in quella terra padana. Aveva dovuto rivedere i parametri della sua attività investigativa, senza perdere l’amore per la musica, da bluesman, anche se non da professionista.
Il Sistema Bibliotecario del Capo di Leuca è ormai una realtà: tutti i Comuni aderenti al “Patto Locale per la Lettura del Capo di Leuca”: Alessano, Castrignano del Capo, Corsano, Montesano Salentino, Patù, Presicce-Acquarica, Salve , hanno infatti manifestato ufficialmente l’intenzione di giungere a una gestione unitaria dei rispettivi patrimoni bibliotecari.
Nel 1925 esce nella rivista parigina dell’emigrazione “Sovremennye zapiski” (Annali contemporanei) il saggio Poezdka ʋ Apuliju (Viaggio in Puglia), dedicato all’itinerario seguito da Pavel Muratov nell’estate del 1924 insieme ad un guidatore e ad un pittore, di cui non rivela l’identità, ma che possiamo identificare come Maksim Peškov e Teodoro Brenson, delegato a cogliere in immagini la natura circostante. Durante il viaggio Brenson disegna una serie di quattordici schizzi poi pubblicati in un saggio dal titolo Voyage à travers la Pouille. Notes d’un peintre (Viaggio in Puglia. Appunti di un pittore. Il mezzo di trasporto è originale, una motocicletta sidecar a tre posti scelta per l’immediatezza della visione che coglie l’elemento pittorico della veduta. In questo modo Muratov ha modo di scorgere il mutare graduale e diretto del panorama e di annotare indicazioni dettagliate relative agli alberghi e alle osterie.
A quanti di noi non è capitato di aver chiuso l’ultima pagina di un libro e nell’attesa di cominciarne un altro scoprirsi a dire: “Non ho niente da leggere?” Mi riferisco ai lettori, per così dire, a tempo pieno, quelli che viaggiano nelle loro giornate sempre con un libro da leggere, da cominciare, da finire; come un leggero indispensabile bagaglio a mano.
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27 Agosto 2024