La nuova raccolta di poesie, riflessioni, “documenti” come l’autore li definisce, viene pubblicata con il titolo esplicativo di “Il giorno prima. Pandemia e politica in poesia”, col significato recondito di voler emergere dalla paura del contagio da covid 19 attraverso il pensiero alto e l’amore.
L’uscita di questo libro/saggio recentissimo di Christian Rocca, pubblicato nel novembre 2023, è un incitamento a sostenere le ragioni dell’Ucraina, di questo Stato e di questo popolo che si battono “follemente” per la libertà, per difendere la propria cultura e l’indipendenza e la vita, e con esse anche le nostre. Ci siamo visti spesso questi due ultimi anni con Christian Rocca nel foyer del Teatro Franco Parenti di Milano o nella sala grande nel corso di manifestazioni a sostegno della lotta dei popoli oppressi da regimi autoritari come quello iraniano o dall’esercito russo che in una cosiddetta operazione speciale mirava a rovesciare il governo legittimo ucraino e a imporre la pax putiniana.
“Nessuno mi vuole e ne vado fiera”, un manuale di educazione sentimentale -mi piace chiamarlo così!- di Maria Teresa Giaffreda donna del Sud dell’Italia, nata in Calabria e vissuta finora a Parabita (Le), è un documento biografico di formazione. Nel senso che cresce man mano che si accavallano le esperienze sentimentali, non senza lasciare l’amaro in bocca.
Presso l'Aperibook di Cisternino, venerdì prossimo, 15 dicembre, Vita D'Amico col suo ultimo romanzo
“Si sopravvive al dolore, si va avanti anche se non si è più la stessa persona, si trova un motivo per restare a galla, uno stimolo, anche labile, che consente di sopravvivere anche quando dentro stai morendo.” Vita D’Amico nel suo ultimo romanzo ‘Wilma e Gérard’ racconta la storia di due giovani che vogliono costruirsi un mondo tutto loro; e per farlo l’autrice ha scelto una cornice tristemente evocativa, il capitolo più infamante della Seconda Guerra Mondiale: la deportazione.
Questo connubio fra due paesi che più diversi non si può ha portato Hector Carasco detto “Mono”, come molti altri profughi cileni, a riparare nel nostro paese e a trovare terreno fertile per continuare e sviluppare la loro arte rappresentativa delle aspirazioni dei popoli sui muri di qualsiasi struttura, purché manifestata collettivamente.
Da pochissimi giorni è in libreria l’ultimo volume di poesia per Lupieditore, di Rossella Maggio, scrittrice, sin dal 2013, nota ai lettori leccesi e salentini, ma conosciuta non poco anche nel più ampio contesto nazionale. Senza azzardo può essere considerata una delle protagoniste dell’ultimo decennio, la cui attività pubblica ha contribuito a dare un senso alla vita culturale della nostra Terra. Tra pubblicazioni di narrativa e di poesia, è autrice che ha riscosso un notevole consenso, non solo da un pubblico di lettori vasto, ma anche da parte della critica, dove il suo spessore è stato più volte riconosciuto e ribadito in premi letterari locali e nazionali.
“Il vero talento di una donna è saper fare la scelta giusta”. In questa frase la regista e sceneggiatrice Laura Lucchetti illustra, in un certo senso, una delle sue chiavi di lettura della sua trasposizione cinematografica del romanzo “La bella estate” di Cesare Pavese, uscita nelle sale italiane il 24 agosto scorso.
(Laura Lucchetti)
“L’alba di tutto. Una nuova storia dell’umanità”
un saggio antropologico-archeologico di David Graeber e David Wengrow
Quasi dieci anni di ricerche, iniziate “come un gioco” e “con uno spirito un po’ beffardo” rispetto agli impegni accademici più seri, ma poi come spesso accade, alla luce degli ultimi trent’anni di nuove prove archeologiche, incuriositi dal desiderio di scoprire come queste avrebbero cambiato le loro convinzioni sulla storia antica dell’umanità, in particolare sulle origini della diseguaglianza sociale, hanno prodotto questo saggio poderoso nelle ricerche e rivoluzionario nelle scoperte.
Titti Preta, Cavaliere al merito della Repubblica, docente di Lettere Classiche, epigrafista, esperta di Beni Culturali e dantista, scrive per passione, sollecitata dal forte impegno sociale. Vincitrice di vari premi letterari nazionali, ha all’attivo numerosi titoli, tra romanzi e saggi. Ultime pubblicazioni: “Cercando Yolanda-Vita in controluce di Dalida, la Calabrese di Parigi”, “L’abbraccio della notte -Inchiesta sul Mostro di Firenze”, “Sulle orme di Byron”, un mystery incentrato sul Grand Tour del poeta inglese a Roma e il racconto storico “La brigantessa silana”. Organizza passeggiate letterarie nella sua città, Vibo Valentia, e a Firenze dove, dopo la laurea, prosegue i suoi studi. Non ha ancora scritto una silloge poetica, ma prima o poi lo farà. Oggi ci propone questo interessante suo ultimo lavoro “Le Donne Sono Isole – Riflessioni sulle Solitudini Femminili in Età Classica” (Meligrana edizioni,2023).
Che cosa viene in mente, Gaia, mentre leggo i tuoi pensieri, le riflessioni, i ricordi rigati di lacrime? La scienza descritta sullo scudo di Achille, che la madre Teti aveva fatto forgiare da Efesto con le scene di una civiltà: le attività di semina e raccolta, le feste nei campi, i giochi funebri per onorare i defunti e l’amministrazione della giustizia, all’aperto. I vecchi saggi si riunivano, ascoltavano i convenuti, il ricorrente che chiedeva il riconoscimento e la riparazione del danno e di fronte a lui il reo o presunto tale. Un rito che si concludeva con una formula compensativa. La scena si sviluppa nei canti finali dell’Iliade e conclude la parabola di una civiltà che rimane impressa nel nostro immaginario.
Un romanzo, la vita di Gino Strada, scritta da sé medesimo. Veritiero, realistico, visionario, utopistico. Termini che non si attribuirebbero ad un chirurgo che ha pre/sentito l’odore del sangue e lo ha visto sgorgare dalle ferite inflitte per lo più ai civili e ai bambini, dagli arti menomati per le orrende e ingannevoli mine antiuomo/antidonna/antibambino, anti animali randagi e domestici.
Quel “noi inarrestabili” gonfia di orgoglio e allo stesso tempo mette i brividi. Soddisfatti del nostro viaggio.
Sabato 22 aprile alle 20:30 (ingresso libero) le Officine Culturali Ergot di Lecce ospitano la presentazione ufficiale del romanzo "I cannibali", esordio di Giulia Maria Falzea, in uscita per Affiori, un nuovo marchio di Giulio Perrone Editore. L'autrice e operatrice culturale salentina dialogherà con lo scrittore Osvaldo Piliego, con incursioni musicali di Giorgio Distante e letture a cura di Riccardo Lanzarone.
I cannibali hanno sempre fame: vogliono, amano, sperano, tradiscono, lottano, dimenticano, accusano. Sono figli e figlie, la ragione di esistere della madre di latte o di quella acquisita, sono oggetto e soggetto d’amore, creature indifese. Storie sottili e quotidiane, raccontano il legame più sofisticato che la natura abbia mai concepito: quello che lega i figli alle proprie madri, anche quando loro muoiono. Isidoro, tanato-esteta di trentacinque anni, e Ira, una bambina di sei, diventano orfani di madre alla stessa ora dello stesso giorno. Isidoro è anaffettivo e insensibile; ma quando la vita gli pone davanti Ira, ne resta sopraffatto. È lei a parlargli per prima. Proprio lei, una bambina affetta da mutismo selettivo. Tra i due inizia così uno scambio fitto, non strettamente verbale, che indaga storie di maternità nel mondo animale, un dialogo sul dovere di essere figli. È un viaggio chiuso in una stanzetta, un dolore mutilato. Cos’è una madre? Quali sono le formule per amarla?
«Scrivere “I cannibali” è stata una prova d’amore: quando ho iniziato a pensarci non immaginavo che alla sua pubblicazione sarei stata incinta», sottolinea Giulia Maria Falzea. «La scrittura è, nel mio piccolo, un gesto magico che, quando decide, si auto avvera. Infatti una volta finita la prima stesura mi sono accorta che ero pronta ad abbandonare lo status di figlia/cannibale per sperimentarmi in quello di madre. Dare vita a un romanzo e decidere di mettere alla luce una persona sono atti generativi potenti con i quali quest’anno mi è capitato di misurarmi con amore e profondo senso di mistero e gratitudine».
Nata a Galatina, classe 1985, laureata in Lettere moderne all'Alma Mater Studiorum di Bologna, Giulia Maria Falzea ha collaborato con la Repubblica - Bari e ha lavorato per il Teatro Koreja di Lecce. È autrice dei testi teatrali "Gul. Uno sparo nel buio", supervisionato da Giancarlo De Cataldo, "L’abito della festa", interpretato dal Theater de Girandole di Parigi, "L’io minimo. Operetta elettronica per contentarsi di sé", prodotto da TRAC Puglia, e "S-madonne", messo in scena da ZeroMeccanicoTeatro. Con Claudia Gori è autrice di "Anatomia dei Sentimenti", mentre altri suoi racconti sono su "Secret Garden" (Danilo Montanari editore), "Musa e Getta" (Ponte alle Grazie) e altre riviste di settore. Scrive progetti artistici e culturali con diverse realtà come Ura Teatro, Cool Club, Diffondiamo idee di valore. Un suo racconto fa parte dell’antologia "Oltre il velo del reale. L’avventura dei racconti continua" (Meridiano Zero Edizioni), che raccoglie i testi selezionati dal Premio Italo Calvino 2022. Ha una fede incrollabile nella pasta al dente, tre gatti e un marito musicista.
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27 Agosto 2024